Naturalmente non è che dobbiamo stare qui a fare un caso su Biancaneve e su una singola fesseria. Ma ogni tanto, per non abituarsi a tutto, citiamo uno degli esempi di questo meccanismo sciatto e rovinoso dell’informazione contemporanea.
Quello che è successo è che – succede ogni giorno – il sito SFGate (che è un sito di news grande e importante di San Francisco, nato molti anni fa come emanazione del quotidiano San Francisco Chronicle) ha pubblicato degli articoli di commento e opinione: è quello che fanno i giornali e i siti di news, ogni giorno. In uno di questi, firmato dalla direttrice del sito e da una cronista, le autrici raccontavano la riapertura di Disneyland e la nuova attrazione dedicata a Biancaneve e alla fine notavano come ci possa essere una questione sul modello tramandato dal bacio del principe a Biancaneve dormiente, e quindi non consenziente, ma concludevano che comunque lo spettacolo fosse una bellezza.
I siti e network locali più scemi d’America hanno ripreso l’articolo, con l’idea che ci si potesse montare qualche polemica, o evocare la fine del mondo, signora mia: per il parere di un articolo. Nessuno dei giornali maggiori e “seri” se ne è occupato, naturalmente: era un commento su un sito di San Francisco. Che probabilmente non è stato neanche letto da chi, anche da noi, lo ha trovato su qualche tabloid screditato o sito intermediario, e l’ha raccontato come “l’America si interroga”, “fa discutere”, o toni di maggior scandalo. Col risultato (oltre a quello di offrire una prelibatezza ai più fessi) di produrre davvero una discussione agguerrita e inconsistente SU BIANCANEVE, e di autoconfermare la notizia. Di produrla, retroattivamente. Compreso questo post.
Questo genere di cose di questi tempi mette acquoline in bocca alle sovreccitazioni sbrigative (era successa una cosa analoga qualche mese fa con Grease, per i commenti di quattro spettatori scemi promossi a dibattito), e quindi l’attenzione data a quell’articolo e il modo di raccontarlo sono diventati un buon metro per misurare quali giornali prendano sul serio l’informazione e la spiegazione delle cose. E capire chi consegni le mele avvelenate.