Il paese a rischio fascismo

Nei prossimi mesi sentiremo parlare molto degli anniversari rotondi della presa del potere da parte di Mussolini e del fascismo, nel 1922: cento anni fa l’Italia entrò nel suo periodo più scellerato e criminale di sempre, di cui ancora oggi paga la vergogna associata alla propria immagine sommaria internazionale (doppiamente umiliata: dalla tirannide assassina, e da una tirannide di stupidità e uomini mediocri e perdenti). È la ragione per cui anche i media stranieri, quando parlano dell’Italia, sono spesso tentati da riferimenti a quel tempo e a quelle disgrazie, ed è nutrita tuttora da vanesie esibizioni di rimpianto che si pensano originali o che intravedono nicchie di mercato, che si tratti di aspiranti leader politici, commentatori sui social network, o venditori di souvenir kitsch.

Ma se ci togliamo da queste narrazioni superficiali, superficialmente alimentate, e proviamo a capire se abbiano un senso – magari una lungimiranza terza, distaccata? – i timori internazionali di “ritorno di quel fascismo” o di sue reincarnazioni rinnovate, forse sono più rilevanti i fatti contemporanei in un mondo globalizzato piuttosto che quello che avvenne in Italia cento anni fa. Cento anni fa. Detto che ogni previsione sul futuro anche prossimo è ormai sventata, con quello a cui gli scorsi anni ci hanno abituato, l’Italia di oggi e i rischi che corre si spiegano molto meglio guardando il mondo di oggi, non l’Italia di un secolo fa. E il mondo di oggi è un mondo dove 98 anni dopo la marcia su Roma e dopo il discorso di Mussolini

Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli:
potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti.
Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto

ad assaltare un parlamento istigati da un leader di destra ci sono andate migliaia di americani, non di italiani. Neanche due anni fa. È a quell’esempio e quel precedente lì che bisogna eventualmente guardare per valutare cosa possa succedere nel mondo: il “ritorno del fascismo” più visibile e concreto è avvenuto a Washington neanche due anni fa, non in Italia dove tutti guardano con attese di quel genere a ogni campagna elettorale. Siamo tutti sulla stessa barca: poi raccontare la Storia, come in molti faremo dal mese prossimo in poi, fa sempre bene. It’s history, come dicono appunto gli americani.

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