A nome del PD

Ieri ho letto di una richiesta di cinquanta deputati del PD perché si fissi il referendum nel giorno delle elezioni, richiesta sacrosanta più che legittima, com’è assurda e priva di argomenti al mondo l’intenzione di separarle referendum ed elezioni. Però quella richiesta mi è sembrata anche bizzarra nella forma: cinquanta deputati prendono una loro iniziativa indipendente su una cosa così? Cinquanta deputati, secondo me, forzano il partito a prenderla ufficialmente una posizione: o almeno la chiedono (tra l’altro mi risulta che non sia stato cercato un ulteriore allargamento di quei cinquanta, e molti deputati favorevoli non siano stati interpellati). Insomma, con le parole di Pippo Civati:

Appello al segretario Dario Franceschini, da far girare sul web e non solo. Mobilitiamo il Pd perché faccia campagna e sostenga chi chiede di celebrare il referendum, come si conviene, nel weekend elettorale già individuato per Amministrative ed Europee (che si terranno il 6 e il 7 giugno). Si risparmierebbero 400 milioni di euro, si celebrerebbe un momento di partecipazione democratica (di cui abbiamo bisogno) e si eviterebbe di far fallire “a tavolino” un referendum sottoscritto da 820.000 cittadini. Sappiamo, caro Dario, che ti sei espresso in questa direzione giorni fa, ma il problema è ora fare opinione, organizzare il consenso su un punto che ci sembra rilevante e che incrocia diversi temi, dalla crisi, al diritto costituzionale, alla dignità della politica. Stanno prendendo in giro gli elettori (non solo i referendari) e stanno danneggiando i cittadini. Vogliamo un segretario referenDario.

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