Accozzaglie

Qualche giorno fa avevamo parlato dell’inclinazione dei giornali a seminare polemiche e zizzania nella politica, anche con delle forzature nel racconto dei fatti. Poi in un altro post invece avevo confessato la mia tentazione occasionale a tornare a fare indagini meticolose sui meccanismi della costruzione delle notizie false nell’informazione italiana.
E insomma, oggi il Corriere dedica un grande spazio delle sue pagine dei commenti a una lettera di Mario Monti. Il senatore Monti l’ha scritta per attaccare Matteo Renzi e il suo uso dell’offensiva parola “accozzaglia” per definire il fronte dei sostenitori del No al referendum (Renzi è spesso sgradevole nei termini, ma fare i risentiti su “accozzaglia” suona come quando da ragazzini si dice “che fai, offendi?”: si fatica a immaginare altrettanto scandalo se qualcuno lo avesse detto, che so, dei leader del PdL cinque anni fa, o di quelli dell’Ulivo, visto come andò). E quindi Monti, in un articolo intitolato “La teoria dell’accozzaglia è contraria alla logica” scrive:

Caro direttore, il presidente del Consiglio Matteo Renzi sabato ha esibito un fotomontaggio, completo di fumetti, raffigurante l’ «accozzaglia»: i volti di sette persone, tra le quali quattro ex premier, che si sono pronunciate per il No al referendum. L’opera, si è appreso, illustrerà un dépliant che sarà spedito a tutti gli italiani dal comitato per il Sì. Ieri Renzi ha precisato: «Se ho offeso qualcuno mi scuso». Per quanto mi riguarda, nessuna offesa; se mai sorpresa per essere finito lì anch’io. Infatti, a differenza dei miei «compagni di accozzaglia», pur avendo dichiarato che voterò No e per quali ragioni non prendo parte alla campagna referendaria.

È contro la logica, a prescindere dalle buone o cattive maniere, l’assillante e caricaturale argomento sull’«accozzaglia» dei No.

Ma prima di Monti a contestare l’accusa di Renzi sull’accozzaglia erano stati in molti, dopo i titoli dei giornali. A parte gli offesi dal termine (e chi lo sosteneva riferito arrogantemente a metà degli italiani), l’argomento più valido era stato quello che rigettava giustamente che in un referendum sia contestabile la composizione di uno dei due fronti. Ieri lo spiegava bene Pigi Battista, sempre sul Corriere: in una scelta tra due alternative, capita per forza che ciascuno dei due fronti non sia omogeneo per niente. In ogni referendum ci sono concordanze di posizioni eterogenee (anche se in questo caso è particolarmente eterogenea quella del No), e chiamarle “accozzaglie” è un colpo basso e scorretto, prima che offensivo. E una sciocchezza, scrive Battista (ci avevo scherzato anch’io).
Tanto che ieri in tv lo stesso Renzi aveva chiesto scusa dell’uso del termine se aveva offeso qualcuno, ma sostenendo di essersi riferito all’idea di un’alternativa al suo governo composta dai suoi oppositori. Che era suonato un po’ un arrampicarsi sugli specchi, un tipico sono-stato-frainteso. Quello che aveva detto Renzi infatti era ormai noto a tutti, riportato con grande enfasi da titoli e articoli di vari giornali. Per esempio Repubblica, col titolo “Referendum, Renzi: “Accozzaglia contro di me” e l’articolo che inizia così (in prima pagina sul giornale di carta):

“In questo referendum vediamo che c’è un’accozzaglia di tutti contro una sola persona. Senza una proposta alternativa. Ma vi rendete conto che ci sono Berlusconi e Travaglio insieme, D’Alema e Grillo insieme…”. Il premier Matteo Renzi, a Matera per una manifestazione a sostegno del ‘sì’ al referendum costituzionale, a quindici giorni dal voto

In questo referendum vediamo che c’è un’accozzaglia”, ha detto insomma Renzi: non è equivocabile. La stessa frase è nell’articolo del Corriere, ho visto (sulla Stampa no: l’accozzaglia è riferita ai suoi generici “nemici”). Ma, hai visto mai, per sicurezza, ho controllato anche il video, di quel passaggio a Matera.

Adesso, noterete che quella frase usata da Repubblica e Corriere non c’è. Però potrebbe essere in un altro momento e quindi mi sono ascoltato tutto l’intervento di Renzi (beh, facendo intanto altro, che a parte l’esilarante saltino nel video qui sopra, il resto non è proprio sorprendente): e non c’è nessun altro momento in cui si citi l’accozzaglia e meno che mai in cui Renzi dica la cosa citata da Repubblica e Corriere. Ed è chiaro che però il passaggio di cui si parla è quello: le altre parole citate sono esatte.
Ed è importante, perché la frase inesistente è l’unica che dimostrerebbe che Renzi avrebbe posto l’accozzaglia “in questo referendum”: invece nel video si capisce che Renzi lo usa riferendosi non alla naturalmente eterogenea compagine a favore del No (che sia quella del volantino, o in generale di tutti gli elettori per il No), ma piuttosto a un impensabile progetto alternativo al suo governo che dovesse riunire i leader politici che avranno battuto il suo.

Perdonate se ho condiviso la ricostruzione nei dettagli: ma quindi allo stato dei fatti Renzi non ha dato dell'”accozzaglia” ai frontmen del No – per quanto vada sottolineando le loro diversità politiche – e meno che mai agli elettori del No. Ripeto, che so che aria tira: non è una difesa di Renzi, che è capace di peggio. È che senza questa errata trascrizione il rimprovero di Battista di ieri non sarebbe stato scritto. E la lettera di Monti di oggi – quasi una pagina – non ha fondamento. E due giorni di polemiche e di sensibilità offese sono state un’inutile e capricciosa perdita di tempo, basata solo sul sentito dire e sui report “ricostruiti” dei giornali. E non c’è niente di strano: va così il dibattito politico italiano, ogni giorno.

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12 commenti su “Accozzaglie

  1. p4010

    Beh, mi pare un po’ una questione di lana caprina. Non saranno proprio esattamente le stesse parole ma il senso più ò meno è quello. Tant’è che la difesa di Renzi a In 1/2 ora non è stata “hanno riportato le parole sbagliate” o “io non ho mai detto quello”.

    Piuttosto, la vera cosa su cui vale la pena interrogarsi, per conto mio, è questa: quando mi capita di trovarmi in disaccordo con tutti, la prima cosa che faccio (che faccio io, ma penso che chiunque di buon senso faccia nello stesso modo) è chiedermi se per caso non stia sbagliando io. Messa in un modo diverso: usare come argomento a sostegno della forza della propria posizione il fatto che “tutti, tutti contro soltanto una persona” la pensano in maniera diversa è una tecnica quanto mai inusuale. Talmente inusuale che sarebbe scontatamente fallimentare per chiunque, eccetto per gli affabulatori che da più di vent’anni prendono in giro gli Italiani. Beati loro che ci riescono.

  2. Francesco Berardino

    “allo stato dei fatti Renzi non ha dato dell’”accozzaglia” ai frontmen del No – per quanto vada sottolineando le loro diversità politiche – e meno che mai agli elettori del No” però “non è una difesa di Renzi, che è capace di peggio.”. Quindi, ci sono giornalisti, molti, che spacciano per vere notizie che in realtà sono false, e ci sono giornalisti che, nel ricostruire i fatti e la verità, devono chiedere quasi scusa e perdono perché stano cercando di fare bene il loro mestiere, spiegando che non stanno tessendo la difesa di qualcuno, cioè di Matteo Renzi, ma solo ricostruendo i fatti.

  3. layos

    A me sembra piuttosto chiaro il disegno che c’e’ in atto. (mi scuso per il seguito suoni un po’ dietrologico, a me di solito non piace esserlo, ma credo che in gran parte si tratti di fatti).
    Da un lato c’e’ 5 Stelle che facendo opposizione dura e pura usa ogni arma disponibile per affondare colpi contro il Governo in carica. E’ abbastanza lampante che se vincesse il No succederebbero due cose: il governo Renzi cadrebbe e dentro il PD partirebbe una notte dei lunghi coltelli che lo farebbe presentare alle elezioni gravemente azzoppato e in probabile carenza di una leadership forte e carismatica come la attuale, quindi un boccone prelibato.
    Dall’altro c’e’ Berlusconi che ha in mano sondaggi che dicono chiaramente che a riforma passata e Italicum vigente andrebbero al ballottaggio i 5 Stelle contro il PD o contro il centro destra, uscendone sempre vincenti. E Berlusconi è atterrito da questa prospettiva e della conseguente deriva giustizialista che seguirebbe. Una Camera sola, monocolore, con un gruppo parlamentare relativamente compatto e meno litigioso che altri, difficile da scalfire e con l’opposizione relegata all’ininfluenza.
    Berlusconi quindi punta ad una caduta di Renzi da rimpiazzare con un governo cdx-csx presieduto da Grasso (che di recente è stato in Liguria da Toti ufficialmente per commemorare Pertini) che elimini l’Italicum dal tavolo e faccia una legge elettorale proporzionale che produrrebbe il risultato di uno stallo (tre blocchi 30-30-30) e costringerebbe di fatto ad una “Grande Coalizione” persistente.
    Ultimamente si sente spesso parlare Renzi del “governicchio” di cui lui non vorrebbe far parte (ammesso di restare in sella al PD dopo un’eventuale sconfitta, cosa che francamente dubito sia possibile).
    Per questo secondo me gli è sfuggita l’accozzaglia. C’e’ gente contro di lui con obbiettivi molto diversi (chi per riprendersi il PD, chi per affossare il PD, chi per scongiurare la vittoria elettorale 5 stelle) e tutti completamente estranei al testo della riforma Costituzionale.

  4. Roberto70

    Durante la campagna elettorale Trump affermava che non bisognava dar credito ai sondaggi e ai giornali. Per la prima affermazione la storia gli ha dato ragione. E se avesse ragione anche per la seconda affermazione? Rabbrividisco all’idea.

  5. andreo73

    Ma allora, visto che le cose stanno cosi’, e’ davvero necessario perdere tempo in questo modo, cioe’ a leggere questi giornali e a fargli pure le pulci? (E a scrivere questo commento?)

  6. Francesco Berardino

    Poi però arriva il “serial killer” ha dare la giusta prospettiva alle cose e, soprattutto, a una parola semplice e vera nel suo significato, cioè “accozzaglia”

  7. gfranco

    Grande direttore. Mi piace questo fact checking sui titoli dei giornali e la cronaca delle parole e dei comizi. Io aprirei un capitolo o un spin off sul contesto di dove si dicono e come vengono raccolte le dichiarazioni o presunte tali. Suggerisco tipo: Giancarlo Magalli che insulta i calabresi… tipo. Su De Luca e il clientelismo invece ho visto che ha già “relazionato”. Buon lavoro.

  8. metiu

    https://www.google.co.uk/amp/www.ilpost.it/2016/11/12/beppe-grillo-musei-vaticani/amp/?client=ms-android-asus

    Titolo del Post: “Secondo Beppe Grillo i Musei Vaticani sono NEL Comune di Roma.
    E LA CHIESA DOVREBBE QUINDI PAGARE L’AFFITTO”.

    Frase veramente pronunciata nel video da Grillo: «Il Museo Vaticano, credo, i Musei Vaticani sono DEL Comune e IL COMUNE NON PERPECISCE NESSUNA COSA. Parleremo con Bergoglio perché credo che non lo sappia».

    Troviamo le differenze fra il vostro titolo e cosa detto effettivamente da Grillo (il maiuscolo per agevolare) e analizziamo quanto detto effettivamente.
    Se stiamo a quanto detto effettivamente da Grillo il senso potrebbe essere questo: il comune di Roma possiede i muri dei musei Vaticani che e’ pacifico siano dentro citta’ del vaticano, insomma possiede un immobile “all’estero”. Il comune non percepisce nessuna cosa e Bergoglio non lo sa. Glielo diremo a titolo informativo ma mai chiederemo un affitto.

    Come vede analizzare quanto detto effettivamente da Grillo e da Renzi puo’ portare a risultati diversi da quelli riportati dai giornali ma e’ molto probabile che Il senso di quanto detto dagli stessi sia quello interpretato dai giornali che poi si inventano frasi mai dette.

    Come vede voi usate lo stesso tipo di giornalismo fatto di approssimazioni e esagerazioni sensazionalistiche quando vi fa comodo. Quando gli altri giornali lo fanno contro Renzi invece lei sale in cattedra..

  9. palzan

    Secondo me, Sofri, questo post è tantissimo tirata per i capelli. Acrobatico. Per dire c’è quel manifesto del SÌ – ha presente? – che dice “La casta vota no”, dove stanno insieme Fini-D’Alema-Cirio-Brunetta, ma anche Rodotà e Civati (Civati?). Non è, quel manifesto, la rappresentazione icastica del concetto di “accozzaglia”? Non è questo uno dei refrain della campagna elettorale del SÌ? E quelli del NO non fanno altrettanto?(dicono: “c’è Verdini..! c’è Alfano..!”) Insomma, il concetto di Renzi (con saltino) era quello e giocano un po’ tutti sporco, diciamolo e festa finita.

  10. atlantropa

    Il video mi pare mostri solo un personaggio dalle movenze un po’ goffe che tenta di compiacere la sua claque con scialbe battute di risulta; emerge collateralmente una certa qual ingratitudine verso la De Filippi, i cui salotti, invece, sarebbero proprio la cornice ideale per spettacoli di tale livello.

  11. maria80

    C’è poco da fare. Oggi più di prima bisogna mettersi in testa di controllare le fonti primarie. Sempre.

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