Una delle cose che mi sono piaciute di “The tree of life”, il film di Terence Malick che ha vinto a Cannes, è stata che poi se ne discute molto con amici e conoscenti. E tra i temi e i riferimenti che a un certo punto io faccio entrare nella conversazione c’è Koyaanisqatsi. E a quel punto gli interlocutori reagiscono in due modi opposti: quelli più giovani mi guardano chiedendosi se mi sia impappinato volendo dire qualcosa di sensato; quelli meno giovani si illuminano e rispondono “ehi, già, Koyaanisqatsi!”.
Visto da oggi, Koyaanisqatsi appare in effetti anacronistico e completamente superato, digerito. Era, lo dico per quelli della prima categoria, un film-documentario del 1982 di Godfrey Reggio con le musiche di Philip Glass che al tempo si fece molto notare. Era una cosa nuova, sorprendente, che raccontava il mondo, la natura, la civiltà attraverso sequenze di nuvole in movimento, deserti, immagini accelerate, turbinii di macchine e scale mobili, luci che andavano e venivano. La musica di Glass faceva l’altra metà dell’effetto. Non si era mai vista una cosa del genere.
Oggi si è vista e si vede un milione di volte. YouTube è piena di idee spettacolari figlie di quei metodi: piano-sequenze di pezzi di mondo, stop-motion, natura che cambia e movimenti che si accavallano. E poi c’è Malick, con i suoi pianeti e deserti e nuvole e grattacieli. Chissà che effetto fa, a vederlo oggi la prima volta, Koyaanisqatsi.
Gia’, era il 1982 e si era tutti al giardino Scotto a vedersi questo film.
Che il talento c’era si poteva intuire dalla battuta che uno di noi fece ad una persona che ci rimproverava per la troppa confusione: “Cos’è che non capisci le parole?”.
Si era molto giovani, perdonateci ora.
Davide
Interessante anche Baraka, diretto una decina di anni dopo dal direttore della fotografia di Koyaanisqatsi.
Koyaanisqatsi sarà pure stato sorprendente, ma non certo nuovo: non ce l’avete presente L’uomo con la macchina da presa di Dziga Vertov?, è del 1929.
c’entra di striscio anche qualche canzone di Alberto Fortis. Non so se gli era solo piaciuto e usava le immagini per farci i video o qulacosa di più.
Ma allora siete proprio amici-nemici tu e Bordone se vi rubate pure i titoli! http://www.freddynietzsche.com/2011/06/02/koygeenisqatsi-ovvero-il-significato-della-parola-%E2%80%9Cvisionario%E2%80%9D/
P.s. Ho ventun’anni, Koyaanisqatsi è il mio film (e uno dei miei dischi) preferito in assoluto, fin da quando ero un pischello di 15. È una bomba, vederlo per la prima volta….
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Me lo ricordo, l’ho visto, da solo, una notte di capodanno, su telepiù.
Estiqatsi…
Superato Koyaanisqatsi?… non credo proprio, a me ha dato e continua a dare la pelle di pollo…
Koyaanisqatsi (Life out of balance) ha figliato e ha prodotto Powaqqatsi (Life in trasformation)e Naqoyqatsi (Life as war)
Dal secondo della serie,se una mattina vi alzate senza voglia di lavorare guardatevi, su uno schermo grande ed in dolby surround, questo: Serra Pelada (attenzione visione psicotropa)
http://www.youtube.com/watch?v=0OZkSU77G3U