L’agitazione, l’allarmismo, e le critiche intorno al fatto che ci possano essere “troppi” candidati del PD alle primarie del centrosinistra hanno realisticamente due ragioni:
1. sensazionalismo giornalistico entusiasta di poter usare termini come “caos”, “baraonda” e “ammucchiata”.
2. preoccupazione di alcuni candidati di avere troppe concorrenze.
Fine. Il resto è scrivere o parlare irragionevolmente. Non si capisce perché debba essere un problema che una competizione democratica aperta abbia molti concorrenti. Non si vedono le controindicazioni per gli elettori, né per il partito, né per il mio gatto. Negli Stati Uniti, se si vuole ricorrere ancora una volta a quel paragone, alle primarie si candidano in sei, otto, dieci. Nessuno si agita. Il PD è un partito di molti pensieri e di molte individualità – come ogni grande partito contemporaneo – che deve trovare quella capace di governare le altre. E chiamare tutto questo “baraonda” o “ammucchiata” è un inganno linguistico: allo stesso modo potremmo definire allora “invasione”, “calata”, “bolgia”, una grande partecipazione al voto, andando avanti con gli stessi inganni.
Certo, possiamo fare valutazioni, battute, alzare il sopracciglio sulla presunzione di alcune di queste candidature di rappresentare davvero qualcosa. Possiamo dispiacerci che candidati che vorremmo complici siano invece divisi. Ma sono osservazioni critiche dedicate a ciascuno dei candidati, non al loro essere “tanti”.
Le primarie sono una buona cosa, e questo confonde gli allarmisti a tempo pieno. Abbiamo già parecchi pensieri, e parecchie ragioni per preoccuparci dello stato della politica e pure di quello del PD. Non ci facciamo convincere anche che dobbiamo essere impensieriti dai troppi candidati.
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Non concordo: i candidati sono troppi e si eroderanno a vicenda. Il rischio è che non venga scelto il più rappresentativo. Ci vorrebbe un secondo turno, un ballottaggio tra i due che hanno preso più voti.
Esatto
@wiz.loz:
Le regole per le primarie non sono ancora stabilite. Bersani vuole il doppio turno (“perchè il candidato premier deve avere la maggioranza almeno nel centrosinistra” – http://www.la7.tv/richplayer/?assetid=50280870)
A cosa servono le primarie? A decidere il candidato del csx a presidente del consiglio.
Io sono convinto che Bersani sarebbe un buon presidente del consiglio. Renzi magari non mi piace, credo però che anche lui sarebbe in grado di ricoprire quel ruolo. Ma gli altri?
Riuscite ad immaginare, senza ridere eh, Pippo Civati ad un G8 confrontarsi con Obama e Merkel? probabilmente non ci riesce nemmeno lui. Stesso discorso per Boeri, Rosi Bindi o Laura Puppato.
Quindi due candidati corrono per vincere, gli altri solo per ottenere visibilità o misurare la propria forza in previsione di congresso e scelta dei candidati alle legislative.
Mi pare una cosa poco seria.
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Vogliono proprio farlo vincere ‘sto Renzi, eh?
Concordo al 100 per 100. Aggiungerei che il fatto che ci possano essere più candidati “innovatori” è un problema per loro, per le loro idee e per chi come me avrebbe voglia di sostenerli, ma assolutamente non per il Pd. Anzi…..
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Forse hai anche ragione, partendo però dal presupposto che la politica italiana sia un organismo in buona salute; ma a tutt’oggi la sensazione è che ovunque si guardi ci sia da distogliere lo sguardo. Non lo so, a me tante iniziative sembrano di politica decorativa, roba poco nutriente per un degente che si deve rimettere in piedi. (Less is more?)
ma infatti qui non si critica il merito politico di ricorrere a tanti candidati (merito che può toccare i più svariati argomenti, dal fatto che in molti si candidano per aver visibilità al fatto che tanti candidati rappresentano uno stato confusionale del partito ovvero un motivo di ulteriore divisione ecc., come leggo nei commenti) ma si critica il fatto che “allarmarsi” solo per il fatto netto, pulito, che ad una elezione primaria si presentino “molti candidati” sia privo di senso e (aggiungo io) segno di una scarsa sensibilità democratica (il paragone con gli Stati Uniti mi sembra azzeccato).
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@marquinho2
Hai scritto:
Io sono convinto che … sarebbe un buon presidente del consiglio”
“… magari non mi piace, credo però che anche lui sarebbe in grado di ricoprire quel ruolo.”
“Ma gli altri?”
Mi piace il lavoro che fai: “Certificatore di serietà e credibilità dei vari candidati”
Posso chiederti chi ti ha certificato?
stavolta so’ d’accordo al ciento pe’ ciento.
@sentiunpo
mi pare che marquinho2 abbia espresso un proprio giudizio personale sui candidati, ed è quello che ognuno di noi fa quando c’è aria di campagna elettorale: ognuno fa da “certificatore di serietà e credibilità dei vari candidati”, poi va a votare di conseguenza.
Posso chiederti cosa ci trovi di strano?
Tanti candidati alle primarie di un partito italiano vogliono dire tante correnti. Tante correnti vogliono dire tante clientele in competizione tra loro e a svantaggio di una idea unitaria e non corporativa della politica. Tanti si candidano per “pesare” la propria corrente e negoziare posti di sottogoverno, locali e nazionali, e qualche poltrona nei cda delle aziende pubbliche. Ricatti e controricatti e zero idee.
I sistemi proporzionali, anche nelle primarie, sono il terreno del compromesso e della corruzione. In un partito italiano di governo come il PD le posizioni che si confrotano devono essere quelle maggioritarie, che abbiano la concreta possibilità di imporsi sia nel partito sia nel paese. Il resto è fuffa. Le primarie non sono un convegno di storia delle idee o chiacchiere da bar.
Una delle tante assurdità delle primarie del PD: se vince Renzi dovrà fare il candidato premier con il programma di Bersani, perché Bersani resterà segretario del partito e avrà pieno titolo di stabilirne la linea politica. Diverso il discorso se fossero primarie di coalizione, ma la coalizione non c’è. E allora di che si parla?
Saranno finte primarie in cui vincerà Bersani (di poco) e Renzi dimostrerà la sua forza, spingendo il partito verso un accordo con l’UDC.
@marce
Scusa, ma non è così
Esprimere opinioni è un conto, sparare a zero su tutti i candidati (esclusi due) è un altro.
Tra l’altro l’articolo diceva esattamente il contrario
Tutte le candidature sono serie.
E si dovranno misurare coi voti degli elettori.
Il guaio è che alcuni candidati(ma senza far nomi:Tabacci ma pure, temo,l’onnipresente Adinolfi) lo fanno solo per raggiungere visibilità personale:questa non è dietrologia ma buon senso.E non facciamo l’esempio con le campagne primarie u.s.a, meglio organizzate e radicate.Lì si fanno le primarie per far emergere il migliore di quel raggruppamento(il migliore secondo gli elettori, chiaro); qui si fanno(nel centro-sinistra) per dire:noi siamo democratici e decide il popolo,mettendo i programmi elettorali concreti e le reali capacità in subordine,non trovi,Luca?
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