Oplà

Repubblica spiega come è stata risolta la questione del limite dei tre mandati nello statuto Pd: prima lo si intende non come tre legislature, ma 15 anni in Parlamento – il che lascerebbe fuori solamente 28 dei 309 parlamentari del Pd; poi si fa una deroga applicabile al 10% dei parlamentari, cioè 31. Risultato? Limite dei tre mandati in vigore, nessuno a casa. Complimenti.

(Fabio Chiusi su Facebook)

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6 commenti su “Oplà

  1. Francesco

    Quindi più del 90% dei parlamentari del PD è li da meno di 15 anni (e quindi non sono reduci della “prima repubblica”)?
    La soglia è un po lunga, ma significa che il rinnovamento interno di fatto c’è stato.

    Quanti di questi lo sono da meno di 11 (che sarebbe il momento giusto per non ricandidarli, se non vuoi che stiano in parlamento quasi vent’anni)?

  2. luca ruggieri

    Luca
    scusa ma questa si iscrive all’albo delle notizie che non lo erano
    nel senso che il documento di cui si parla è stato approvato nella infuocata assemblea nazionale di luglio, come io e betman cercavamo di twittarti la sera del famoso scambio con alemoretti
    “Impegna la Direzione nazionale a rispettare rigorosamente per coloro che hanno superato i quindici anni di mandato parlamentare previsti dal comma 3 dell’art.21 i limiti e le procedure previste dai commi 8 e 9 dello stesso art. 21.”
    https://twitter.com/gruggieri/status/248906243723378688

    piuttosto, come se ne esce?
    le deroghe sono possibili e non obbligatorie
    per quanto mi riguarda l’unica deroga andrebbe al vincitore delle primarie (ammesso che serva)
    art. 22 comma 7 dello statuto
    “La deroga può essere concessa soltanto sulla base di una relazione che evidenzi in maniera analitica il contributo fondamentale che, in virtù dall’esperienza politico‐istituzionale, delle competenze e della capacità di lavoro, il soggetto per il quale viene richiesta la deroga potrà dare nel successivo mandato all’attività del Partito Democratico attraverso l’esercizio della specifica carica in questione. La deroga può essere concessa, su richiesta esclusiva degli interessati, per un numero di casi non superiore, nella stessa elezione, al 10% degli eletti del Partito Democratico nella corrispondente tornata elettorale precedente.”

  3. marcocampione

    Peraltro era una non notizia anche a luglio, dato che lo statuto prevede un limite del periodo “equivalente a tre mandati” (ovvero 15 anni)

    Aggiungo che non è vera nemmeno la seconda cosa, dato che il limite del 10% si dovrebbe applicare ai derogabili non al gruppo. Anzi, questo tipo di interpretazioni consentono ai trenta di farla franca e sarebbe meglio cominciare a smontarla piuttosto che propalarla

  4. bobryder

    Non si è mai visto un gruppo dirigente gerontocratico che stabilisce una legge per autoeliminarsi(politicamente, ca va sans dire).E questo azzeccagarbugli del pd lo conferma.Niente di nuovo sul fronte pd.Tre mandati e stop significherebbe mandare a casa(tra gli altri) due ex segretari(D’Alema e lo scrittore Walter V.) e l’attuale presidente, Bindi.Figurarsi.

  5. piccoglio

    @marcocampione
    Da non esperto, mi pare improbabile che la regola del 10% si applichi ai derogabili – infatti questa norma potrebbe portare in breve all’estinzione dei politici democratici di lungo corso, effetto sicuramente sgradito alla dirigenza del pd.
    Facciamo un esempio, supponendo per semplicità che alla fine di una legislatura ci siano tra i democratici 100 deputati con un mandato, 100 con due e 100 con tre, più una trentina con quattro o più mandati. Se il 10% è calcolato su tutto il gruppo, il sistema è in equilibrio.
    Se invece il 10% è calcolato sul numero di derogabili, gli scenari cambiano a seconda che le legislature siano state completate o no. Se tutte le legislature sono stati completate, ci saranno una decina di posizioni che sfuggono al limite dei mandati. Se, al contrario, una legislatura è terminata in anticipo (supponiamo ad esempio che i 100 deputati con 3 mandati siano tutti in carica da meno di 15 anni), il numero di deroghe concesse sarebbe al massimo 2 o 3. Ed è quello che avverebbe quest’anno. Nel giro di qualche iterazione, sparirebbero i politici “anziani”.
    Indipendentemente dal giudizio che abbiamo sul rinnovamento o ringiovanimento dei parlamentari, sembra decisamente irragionevole adottare un sistema che dà risultati così diversi a seconda della durata delle precedenti legislature. Il fatto che una legislatura sia giunta a scadenza naturale o no, non dovrebbe influenzare la composizione di un parlamento successivo; qui è invece determinante.

    Inoltre: è auspicabile che tra i democratici in parlamento siedano solo 2 o 3 persone con molti mandati di esperienza? Io credo di no, perché penso che il contributo dei politici più esperti sia importante. Per farmi un’idea di come funzionano queste cose altrove, ho guardato l’età dei deputati democratici di New York alla casa dei rappresentanti americana, e ho appurato che:
    – nessuno raggiunge l’anzianità di 20 anni di ufficio
    – 10 su 21 sono in carica dal 1993.
    Certo, il sistema americano non sarà il migliore – e non sono nemmeno informato sulle norme dei democratici americani sul numero di mandati e sulle discussioni a proposito.

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