I tre dei nomignoli

Oggi su Repubblica Francesco Merlo ha scritto una cosa molto dura contro Beppe Grillo e l’immagine del suo messaggio e dei suoi seguaci che si ottiene indagando su internet. Non so quanto sia accurata l’analisi – su internet si trova da squalificare chiunque, a scegliere le cose giuste – ma è del tutto verosimile. E il primo punto dell’esposizione di Merlo è la critica al trucchetto da bar usato da Beppe Grillo di ribattezzare i suoi bersagli e avversari con nomignoli stupidi che ne storpiano i nomi veri, roba che neanche i bambini delle elementari, eppure sembra riscuotere successo. Tanto che, aggiungo io, ha due attivissimi predecessori in cerca di consenso facile: Emilio Fede e Marco Travaglio.

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11 commenti su “I tre dei nomignoli

  1. Valeria

    Io ho il terrore che Grillo prenda il posto di Berlusconi sull’altarino di quelli che lo odiano/amano: brivido di paura vera ogni volta che sento o leggo qualche dichiarazione con lui protagonista. Perché non riusciamo a ridimensionarlo?

  2. ilbarbaro

    Berlusconi e Grillo sono due facce della stessa medaglia. Di Pietro ha provato a fare da “terzo incomodo”, senza mai riuscirci. Quando ancora faceva ridere, qualcuno, forse Ricci, scrisse a Grillo questa battuta: “Un italiano, un latin lover; due italiani, un casino; tre italiani, quattro partiti”. Negli anni ’80 se la prendeva con la pubblicità, oggi dice che i pubblicitari sono gli unici che non mentono. Negli anni ’90 ce l’aveva con Scalfaro: durante uno spettacolo a Pescara, insinuò che tra lui e la figlia vi fossero rapporti “particolari”.
    Berlusconi, forse sono in troppi a non ricordarlo, la furia giudiziaria di Mani Pulite e cercò più volte di imbarcare Di Pietro. Periodicamente tirava fuori dal cilindro qualche coniglio e, regolarmente, riguadagnava consensi.
    Travaglio sarebbe un ottimo giornalista attento ai fatti, se non fosse arso dall’ardore della popolarità, che lo sta bruciando. Ha trovato in Grillo la sponda ideale e sta molto attento a non esporsi troppo, ma sul Giornale (brrrr!) di ieri c’era un bell’articolo che parlava di entrambi e di Casaleggio.
    Gli italiani sono come li descrisse l’autore di Grillo: Berlusconi ne ha rappresentato al peggio le note più peculiari, insieme a quella che per anni è stata la sua compagnia di giro e ora finge di essergli estranea. Il gallo ha cantato un centinaio di volte, nel frattempo. Montanelli (terribile che mi trovi a citarlo) sosteneva che gli italiani il desiderio di un duce ce l’hanno nel sangue.
    Il “nuovo” che li soddisferà, o almeno soddisferà una parte di essi è già pronto, lo avete sostenuto e lo state sostenendo. Non ho ancora capito se coscientemente o incoscientemente. Vorrei tanto propendere per la seconda…

  3. wiz.loz

    Anch’io ho sempre detestato i nomignoli. Sono stupidi, sono inutilmente offensivi. Eppure hanno tantissima presa su quella larghissima parte di popolo che vive di acredine ed odio, e servono a disumanizzare ancora di più il nemico.

  4. lorenzo72

    ecco, io ricorderei anche che la Costituzione tutela il nome, all’art. 22, stabilendo che nessuno può essere privato, per motivi politici, del nome.
    ciò in quanto il nome identifica in modo stretto la persone. Il nome è la persona.
    per questo chi storpia i nomi compie un atto molto violento.

  5. Piccola Dorrit

    C’era una volta la satira – che se ne frega del bon ton del decoro appunto borghese dove è fondamentale espressione di civiltà come si impugnano le posate a tavola – che fa caricature, esalta i difetti e si sporca le mani anche con i nomignoli… che volgarità signora mia. In un paese dove la libertà d’opinione è smpre stata asfittica e di conseguenza la satira ha sempre attecchito poco e disprezzata.

  6. lorenzo72

    @Piccola Dorrit Grillo in questo momento non fa satira, fa “comunicati politici”, agisce e parla come un leader politico, a sua stessa detta. Travaglio dovrebbe fare il giornalista, esattamente come Fede ai tempi.

  7. ILSENSOCRITICO

    Sul finale del post, in cui citi Fede e Travaglio, mi viene in mente l’articolo di oggi dello stesso Travaglio in cui, quasi per un riflesso condizionato, difende Grillo dalle accuse di Merlo. Io Merlo ho smesso da tempo di leggerlo per la pesantezza dei suoi articolo [limite mio, che ho una mente non eccelsa], ma la sua contro-risposta a Travaglio fatta a Radio Tre è interessante: “Critichi Grillo, risponde Travaglio” http://video.repubblica.it/dossier/scontro-favia-grillo-casaleggio-movimento-5-cinque-stelle/merlo-critichi-grillo-e-risponde-travaglio/110614/108998?ref=HREC2-5
    L’ex-giornalista scomodo e indipendente è diventato il cane da guardia del Grande Capo, a quanto pare.

  8. jan

    sono molto d´accordo con merlo sul merito dell´articolo, quello che mi lascia perplesso é come i giornalisti di repubblica e corriere affrontano la questione grillo. Ogni giorno compare un articolo in cui prendendo spunto da episodi insignificanti fanno ironie sul movimento, lo accusano di scarsa democrazia e senza utilizzare i nomignoli scrivono con una retorica molto simile, si nota comunque una “caduta di stile”..ora non so se questo sia dovuto a una risposta emozionale alle accuse di grillo, se a un piano editoriale ben preciso o semplicmente a stupiditá, ma in questa maniera non fanno altro che creare consenso intorno al movimento, si concentrano sulla forma e non sui contenuti…se qualcuno commentasse il programma del m5s punto per punto si renderebbe conto della totale fragilitá di questo progetto…e questo andrebbe fatto prima delle elezioni…

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