Il PD ci mette una pezza

Non c’è dubbio che i tempi sono stretti, che la campagna elettorale sarà precipitosa e i nomi noti favoriti, che è un primo esperimento e ne usciranno casini, che si rischiano liste bloccate per le primarie invece che liste bloccate per le elezioni.

Ma considerata appunto la ristrettezza dei tempi, e considerata la vergogna imperdonabile che ci guida a votare ancora con la legge Calderoli, che il PD abbia deciso di mitigarla facendoci stare le primarie per i parlamentari è una cosa che fa onore a chi ha insistito a lungo per averle e a chi ha consentito a questa insistenza e l’ha fatta propria. Raro caso in cui alla fine il Partito Democratico si mostra compatto, e invece ancora una volta una spanna sopra agli altri partiti: tutti responsabili con ignominia di non aver saputo cambiare la legge elettorale (che a farne una buona e ad avere partiti aperti, allora le primarie non avrebbero avuto senso, probabilmente), ma il PD arriverà alle elezioni come l’unico che abbia trovato un modo per moderare questa colpa. E non era scontato: a dire di no a Civati e Vassallo sarebbe bastata una piccola prepotenza e qualche scusa sui tempi.

Invece no, e bravi. Ora fatele meglio possibile e senza sbracare: che voi sarete gente perbene, ma noi anche.

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6 commenti su “Il PD ci mette una pezza

  1. uqbal

    Condivido in toto. Aggiungo anche che queste primarie parlamentari non costringono ad una scelta secca (“Ne rimarrà soltanto uno”, che pure è necessaria quando si tratti di una carica monocratica), anzi, possono diventare davvero una “campagna dei mille fiori”, in cui diverse sensibilità si incontrano, si scontrano, si vengono incontro senza il rischio di inutili inciuci.
    Se ci sono idee o “correnti” nel PD che sono importanti ma non maggioritarie, con le primarie per il Parlamento possono trovare spazio. Quel 40% che ha votato Renzi può esprimere dei candidati senza che Renzi debba fare mercato di sé e dei suoi amici.
    E proprio per questo, i vari movimenti di sinistra, vendoliani, comunisti unitari o che cavolo so io, e anche i socialisti e anche i verdi possono giocare e guadagnare la loro visibilità sotto il tetto comune di un PD che più a vocazione maggioritaria non potrebbe essere.
    Comincia non avere più senso stare fuori dal PD, farsi i movimentini, i partitini personali, se la struttura di fondo è questa.
    Civati e Vassallo hanno fatto bene, e bene ha fatto Bersani a non farsi sviare, e bisogna darne atto a tutti e tre.

  2. uqbal

    Ho fatto un’altra pensata.

    Se consideriamo che Renzi ha preso molto al Nord, moltissimo in Toscana e molto poco al Sud, si capisce facilmente che la spinta al cambiamento, o quanto meno la curiosità più forte viene dal Nord.
    Se il PD seleziona i propri parlamentari con primarie territoriali, potrebbe quindi darsi che al Nord vengano su molti più liberali che al Sud. E se non liberali, potrebbero comunque venir fuori parlamentari con indirizzi un po’ diversi dal Sud (Vendola ha diversi pregi, ma è anche espressione, a conti fatti, di un assistenzialismo antico, anche se depurato di alcuni vizi vistosi e gestito con un minimo di savoir faire).
    Non dico che andrà così, però sarebbe una cosa da seguire: le primarie parlamentari tendenzialmente possono diventare il modo in cui oggi si può ripresentare il vecchio progetto del PD del Nord.
    Se sia un bene o un male non lo so. Di certo la questione settentrionale esiste e ci sono spinte innovative, là al Nord, che al Sud mancano (troppo Stato e parastato) e che sono spesso frustrate.
    Ma il fatto che all’interno del PD si vengano a creare delle linee di frattura in maniera trasparente, chiara e onesta difficilmente può essere considerato un male, e più probabilmente è il modo giusto di impostare il confronto, se lo si mantiene nell’alveo di alcuni valori fondanti di sinistra. Valori fondanti però che vanno discussi, esattamente come fa Ichino quando parla, per rigettarla, della sinistra dei “piccoli interessi”.

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  4. momo2

    Detto per inciso, preferisco questa legge a quella che si profilava con l’inciucio di PdL, UdC & Co. Gli stessi fautori di quello schifo si ergevano a salvatori della patria, omettendo però la presenza del listino bloccato (e abbiamo visto come è finita in Lombardia con la Minetti) e delle misure atte a rendere la vita difficile a chi avesse vinto le prossime elezioni. Si spera che, se dovesse vincere il PD, si faccia una nuova legge elettorale degna di questo nome, con la clausola che, qualora la si dovesse ricambiare ancora, qualunque modifica entri in vigore con una legislatura di ritardo, per evitare furbizie…

  5. giaimeddu

    @momo: vero, incredibilmente si stava profilando una legge pure peggiore di questa qua. Però l’urgenza di cambiarla permane. Per fortuna, almeno una parte della politica italiana si sta attivando per aggirare in parte lo schifo della legge.
    Che la legge elettorale dovrebbe entrare in vigore con una legislatura di ritardo, è veramente un’ottima idea che, però, richiede una legge costituzionale. Con tutte le difficoltà che questo comporta.

  6. freeskipper

    Ma “quelli” di sinistra sono forse migliori di Berlusconi?

    di Marc’Aurelio. Sento dire certa gente per la strada… “Ma come si fa a votare ancora per Berlusconi!? E’ roba da pazzi irresponsabili! Basta! Non se ne può più!”. Premetto che io non sono berlusconiano e non ho mai votato per il centro-destra, ne penso ad eventuali ripensamenti futuri, me ne guardo bene!!! Però trovo assurdo che proprio da sinistra arrivi un monito del genere. Certo il governo Berlusconi non ha fatto nulla di quanto aveva promesso e il “miracolo italiano” si è trasformato da barzelletta in dramma nazionale! Ma Berlusconi è Berlusconi! Ormai lo sanno anche i muri! Ma la sinistra? La sinistra non è che abbia fatto meglio, anzi… Va bene che c’è stato il crollo del muro di Berlino e poi il trasformismo che ha traghettato il vecchio PCI verso il Partito Democratico, pur tuttavia la storia della sinistra, i suoi simboli e i suoi massimi esponenti politici parlano chiaro e stanno sempre lì a testimoniare un’ispirazione operaia, una matrice popolare, ad arrogarsi un diritto quasi naturale a rappresentare i più deboli. Insomma, la sinistra si è sempre dichiarata dalla parte dei lavoratori e dalla classe operaia ha sempre tratto i maggiori consensi. Ma i post comunisti, i cosiddetti di “sinistra”, cosa hanno fatto per i lavoratori? Cosa hanno fatto per il bene comune? Hanno spianato la strada alla destra, hanno creato e cresciuto “il berlusconi politico”, hanno appoggiato il governo Monti e la Troika, hanno votato in parlamento la linea del rigore, ma solo per i soliti noti, hanno mantenuto integri tutti i “loro” privilegi di casta, hanno fatto pure “loro” i loro porci comodi. Ma la cosa più grave di tutte, hanno rinnegato le loro origini, il loro popolo, la loro gente: hanno lasciato i lavoratori in mezzo ad una strada dissestata e cosparsa di lacrime e sangue, le nostre!

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