Come si era capito da subito (Europa tra i primi) il video dei “frati francescani decapitati in Siria” era una bufala. Una di tante pubblicate ogni giorno, non ci stiamo oltre, che ci sono sensibilità irritabili. Ma c’è un dettaglio interessante per noi entomologi delle notizie che non lo erano e delle loro dinamiche. Che fosse una bufala adesso lo dà per definitivo con grande spazio in apertura anche lo Huffington Post (nei giorni scorsi, con meccanismo tradizionale, era passata nella fase “giallo”): che apre il suo articolo così.
Dopo giorni di dubbi, finalmente sappiamo la verità sul video che era stato presentato come la decapitazione in diretta di tre frati francescani. A scavare in questa vicenda in cui sono incappati – sbagliando – molti giornali italiani e stranieri è stata Human Rights Watch
Attenzione che la parte interessante è il link su “era stato presentato come la decapitazione“, che rimanda stranamente a un articolo di Corriere.it: stranamente, perché non accade spesso che i siti di news italiani linkino i concorrenti, ma in questo caso il concorrente ha dato una notizia falsa ed è additato e linkato in quanto propalatore di notizia falsa. Solo che quella notizia l’aveva data lo stesso Huffington Post con grande spazio in un proprio articolo (poi modificato, ma potete vedere il titolo originale nella URL, così come ha modificato il proprio Corriere.it: e i due articoli hanno ampie parti identiche, risalenti alla stessa agenzia) e in un commento di un suo blogger, nessuno dei quali è però segnalato e linkato.
Adesso c’è qualcuno che cerca di mettere in dubbio l’attendibilità del video. Si parla di mistero, di versioni contrastanti, c’è una corsa a scaricare le responsabilità. Ma basta guardare le immagini di quei tre monaci francesi, la testa stretta in un cappuccio, le mani legate dietro la schiena, inginocchiati, in attesa del loro destino come fossero tre animali spediti al macello, per capire che purtroppo è tutto vero. Più che vero.
Bravi comunque allo Huffington Post per aver fatto una cosa finora rara nell’informazione italiana corrente, la rettifica di una notizia falsa e la spiegazione di cos’era da parte di chi l’ha svelata.
Come sempre Repubblica si è posta al comando dei diffusori di bufale con foto di grande formato in prima pagina. Che triste fine per quello che un tempo era un ottimo quotidiano di informazione.