Ross Douthat ha avuto una buona idea, ho pensato qualche giorno fa. Poi ho visto che spiegava che non l’aveva avuta lui. Comunque, ha concluso l’anno occupando la sua rubrica di commentatore politico sul New York Times con una spiegazione autocritica di tre errori di analisi che aveva fatto nel 2013 (su John Boehner, Papa Francesco e la Siria).
Dato che i miei, di errori, mi restano in testa molto a lungo – un po’ per vergogna, un po’ per capirli e illudermi di evitarli – ho provato a pensare di scrivere una cosa simile, ma non mi verrà altrettanto bene: anche perché sul fronte dell’analisi politica me ne sono ricordato uno solo.
Lo dico io per primo, non è perchè sia più bravo di Douthat: credo sia, nell’ordine, per mia cattiva memoria, per mia inclinazione alla prudenza che mi fa essere parco di previsioni e certezze, e perché l’Italia è molto facilmente prevedibile. Ma non mi sto vendendo come uno che la sa lunga: penso che la sappiamo molto breve tutti quanti, e la differenza è tra chi non esita a esibire rivelazioni e conclusioni definitive – che saranno contraddette, anche da lui stesso, pochi giorni dopo – e chi del fare figure da scemo ha ancora un po’ paura (io). Come molti sanno – lo ripeto spesso per esorcizzare l’imbarazzo indelebile – annunciai Berlusconi finito nel 2006 (non trovo più il link, devo averlo cancellato pensando di far sparire le tracce) (aggiornamento: l’ha trovato Fabio).
Detto questo, condivido l’unica previsione sbagliata – ma sbagliata forte – che mi ricordo di aver fatto nel 2013, e me la ricordo bene. Sono due, ma la loro smentita discende dagli stessi eventi.
Ero sicuro – ma completamente sicuro – che Napolitano non avrebbe rifatto il presidente della Repubblica. Ed ero sicuro – ma completamente sicuro – che non ci sarebbe stata un’alleanza di governo tra PD e PdL. E l’ho detto e scritto, assai, perché – devo ammetterlo – c’era gente che invece sosteneva il contrario e ha avuto ragione (con uno ho perso una cena). Sulla prima cosa, erano molti di quelli che “a me non mi fregano” e pensano sempre che sia tutto un magna magna; sulla seconda, Grillo e i grillini soprattutto, più gli stessi della prima.
E allora perché – mi sono chiesto – le mie usuali cautele erano sparite e mi hanno mandato a sfracellarmi contro un così plateale sbugiardamento? In generale, perché mi fidavo della ripetuta parola di due persone che non pensavo – né penso tuttora – bugiarde o infide: Napolitano stesso e Bersani. Io credevo che non si potesse sovvertire così platealmente una cosa detta pubblicamente con tanta certezza: “non sono disponibile a un secondo mandato” e “non governeremo col PdL”.
Invece è successo. Come mai?
Non perché mi sbagliassi su quelle persone, secondo me, ma perché sono successe cose impensabili, tenderei a rispondermi: perché dal risultato delle elezioni in poi si è scatenata una tempesta perfetta di eventi assurdi e disastri politici – l’assenza di maggioranze possibili, la cocciutaggine di Bersani, la catastrofe Marini-Prodi, la preghiera in ginocchio nei confronti di Napolitano, la simile cocciutaggine di quest’ultimo nel volere un governo a qualunque costo (e i costi si vedono, mi pare) – che nessuno sarebbe stato in grado di prevedere.
Però qualcuno il risultato lo prevedette, direte voi (e ho detto io qui sopra).
Ecco, può darsi che un’acutezza maggiore della mia abbia fatto intuire ad alcuni di quei commentatori che la catena di eventi detta – o qualcosa di simile – si sarebbe dispiegata. Non lo escludo.
Però, lo so che non è nello stile di un’autocritica come questa: ma vi mentirei se facessi troppo il signore. Io credo che abbiano avuto fortuna (una ancor più assoluta sincerità avrebbe imposto un’altra parola). Credo che chi annunciava Napolitano e larghe intese lo abbia fatto senza nessun elemento realistico e logico e solo per “a me non me la raccontano”.
Però contano i risultati, e hanno avuto ragione loro.
E torto io, un’altra volta.
La “preghiera in ginocchio” spiega a sufficienza il secondo mandato di Napolitano, preghiera dovuta alle evidenti difficoltà di trovargli un sostituto, un problema certo da non imputare al Presidente; quanto al discorso del governo, questo nasceva da due esigenze ben precise: dare stabilità al paese, soprattutto verso l’esterno, in un momento in cui ce n’era un bisogno terribile. E bisogna dare atto che con lo spread sotto i duecento punti, l’obiettivo è stato almeno in parte raggiunto, poco importa che ci piaccia o no come e con che maggioranza.
L’altra esigenza sono le riforme, e in particolare una, lo sappiamo tutti: la nuova legge elettorale, perché con quella attuale l’esito di un nuovo impasse è praticamente scontato, con tutte le conseguenze che possiamo immaginare. Questo obiettivo non è stato (ancora?) raggiunto, ma Napolitano non aveva scelta, doveva provarci e non passa occasione, discorso, che non sproni i partiti per questo.
Credo si possa dire anche che, con l’avvenuta divisione del centrodestra, frutto diretto della nascita di questo governo, si sia chiarito un po’ di più il quadro politico. Se si andrà a votare con una nuova legge e una situazione di stabilità e tranquillità maggiore, meglio, o no?
Previde suona meglio.
Non credere non ci abbia riflettuto. Ciao.
@rujero… prevedette e previde pari sono; suona meglio, secondo me, il trapassato “lo aveva previsto”.
C’e un problema di concordanza sogg/verbo qui “un’acutezza maggiore della mia abbia”, dovuta molto probabilmente al ripensamento dell’autore su un doppio soggetto tipo” una lungimiranza e una acutezza…”
Nel contenuto mi colpisce particolarmente “la cocciutaggine di bersani” definita come “disastro politico”.
Fosse stata cocciutaggine, avrebbe mantenuto la sua parola per cui, forse, non e’ quello il tratto saliente della natura di Bersani. E il valore definitivo che l’autore attribuisce alle dichiarazioni pubbliche, cioe’ alla parola.
qui si tratta di accettare che la natura degli uomini e degli eventi e’ mutevole e chi fa previsioni deve essere distaccato dal risultato cioe’ deve mettere sullo stesso piano l’errore e il successo della previsione. La parola, l’idea piu’ “saggia” dell’ articolo, e’ Fortuna.
Buon anno e Buona Fortuna
francesca
Commentare gli errori del direttore Luca Sofri, è sempre un piacere sottile si spera di non essere “bannato”. Nel suo scritto dimentica un personaggio che ha fatto il lavoro sporco, da tecnico di nome Monti che dopo essersi ingraziato l’autore di tanto misfatto, cioè Napolitano.( Si vuole ricordare che quello fu il numero zero del governo futuro PD+PDL) Dichiarava, Monti che non avrebbe mai fondato un partito politico. Il cane ricevuto in regalo dalla Bignardi, simboleggiava forse qualcosa. Scese maledettamente in campo con un risultato disastroso. Tanta simbologia in politica non porta bene, senza dar colpa ai cani, ma in politica in questo preciso momento siedono molti cani sbrancati, da una sentenza della consulta, ovvero sono senza padroni . Per padroni intendo gli elettori. Altro errore, il boom del M5S, ovvero un gruppo che per una manciata di voti, non ebbe il diritto di formare un governo. Poi cosa sarebbe successo, “beh” quella è un’altra storia. Io invece penso che più del sostantivo femminile testardaggine, Bersani ebbe un moto di stizza, si prese il pallone, per consegnarlo al’impetecchito senale abitante del colle.
Commentare gli errori del direttore Luca Sofri, è sempre un piacere sottile si spera di non essere “bannato”. Nel suo scritto dimentica un personaggio che ha fatto il lavoro sporco, da tecnico di nome Monti che dopo essersi ingraziato l’autore di tanto misfatto, cioè Napolitano.( Si vuole ricordare che quello fu il numero zero del governo futuro PD+PDL) Dichiarava, Monti che non avrebbe mai fondato un partito politico. Il cane ricevuto in regalo dalla Bignardi, simboleggiava forse qualcosa. Scese maledettamente in campo con un risultato disastroso. Tanta simbologia in politica non porta bene, senza dar colpa ai cani, ma in politica in questo preciso momento siedono molti cani sbrancati, da una sentenza della consulta, ovvero sono senza padroni . Per padroni intendo gli elettori. Altro errore, il boom del M5S, ovvero un gruppo che per una manciata di voti, non ebbe il diritto di formare un governo. Poi cosa sarebbe successo, “beh” quella è un’altra storia. Io invece penso che più del sostantivo femminile testardaggine, Bersani ebbe un moto di stizza, si prese il pallone, per consegnarlo al’impetecchito,, senale abitante del colle.
Stessi due errori anch’io, praticamente per le stesse ragioni. Per Napolitano comunque ho maturato una stima umana grandissima (e dire che in passato non l’ho mai avuto in grande simpatia) perché questo secondo incarico penso davvero che non lo volesse per nulla, e sia stato incastrato per restarci.
Ma che hai sbagliato (completamente) sul datagate quando lo ammetti?
Luca, francamente non so come fai ancora a non capire. Bersani non ha mai voluto io governo coi 5 stelle, ha aperto in modo finto per farsi dire di no (l’ha detto lui!), perchè era ovvio che un “lasciate partire il governo” non sarebbe mai stato accettato. Francesco Costa, che conosci bene, ha capito che era una proposta finta appena presentati i 30 punti di proposta di governo.
Di fronte a tanta malafede come fai ancora a fidarti di gente così? Non è che Bersani sia cattivo, è che lui e la tremenda classe politica che rappresenta non riescono nemmeno a considerare altro modo di far politica rispetto a quello fallimentare che hanno portato avanti per anni, come Napolitano è sinceramente convinto che tutto sia meglio fuorchè i grillini. I motivi per credere che avrebbero fatto il governo Pd-Pdl c’erano tutti, mancava solo un’ottima scusa come lo era crisi economica nel caso del governo Monti. Su questo, ammetto, nemmeno io sarei riuscito a concepire un modo per far digerire il governo con Berlusconi, eppure ci son riusciti: chi ha dato loro la mano decisiva sono stati i grillini che non hanno proposto un governo Zagrebelsky o vattelapesca al secondo giro di consultazioni. Da quel giorno è tutto un proliferare di “è colpa di Grillo” sui giornali, in tv, tra i commentatori del Post. Ti sei chiesto quando e perchè questo governo si è trasformato da necessità per salvare il paese a governo di legislatura? I dirigenti del Pd sbagliano molto, ma conoscono bene i loro elettori: si bevono qualunque cosa. E con Renzi non è cambiato nulla, purtroppo. Se mi sbaglio, sarò felicissimo di fare ammenda.