Un paese che applaude

Certe sere il pubblico di Ballarò è ancora più compatto e prevedibile del solito. Applaudono davvero tutti – tutti – ogni volta che in studio viene detta qualunque cosa demagogica dagli ospiti demagoghi in studio, ogni volta che  il più qualunquista slogan contro “i politici” viene buttato in mezzo (da «vadano a casa!» in giù). Ma anche contro “gli italiani” e i loro vizi, acclarati. Che ti convinca o no la banalità autoassolutoria di queste analisi, non puoi non essere impressionato dal sostegno appassionato e vigoroso che ricevono. Questo è un gran pezzo del paese, il suo sentire, pensi.
Poi però ti accorgi che a una nuova accusa che muove l’applauso – contro le assunzioni facile ed eccessive al Comune di Roma -, c’è uno che non applaude, e guarda in basso, toccandosi le mani un po’ nervosamente. Poi un’altra accusa – contro chi butta la spazzatura fuori dai cassonetti – e ora è uno diverso, quello che non applaude, un po’ imbarazzato. E succede una terza volta – ora si applaude contro gli evasori – che uno, in un altro punto, trattenga le mani, e stia fermo. Forse stavolta anche più d’uno, mimetizzati nel fragore del battere le mani.

E allora li guardi meglio, in quel momento in cui sembra non vogliano esserci, e ti convinci che il primo lavora in Comune grazie a un cognato, il secondo butta la spazzatura dove capita, il terzo non dichiara metà dei suoi lavori, e così via. E dopo, guardi con occhi diversi e maggior sospetto anche quelli che invece applaudono.

Poi alla fine diverse persone ti vengono a salutare, gentilmente, generosamente, solidali, e ti rammarichi dei tuoi pensieri. Esci, prendi la macchina parcheggiata sulle strisce, e vai a casa.

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11 commenti su “Un paese che applaude

  1. wolf44

    non è un paese di pagliacci…. è un paese acefalo, senza una strategia, senza un governo, fatto di individui egoisti e furbi, che campa alla giornata da 20 anni. Ho visto la trasmissione ieri: era vuota! era fatta di slogan (gli stessi che si sentono nelle trasmissione clonate come omnibus, i tg, la gabbia ecc), senza approfondimento, senza informazione, solo con tifosi. Ho molto apprezzato i tentativi di intervento di Sofri della durata di 4 picosecondi visto che parlavano tutti uno sopra l’altro , e con prepotenza. E’ il sistema che non funziona e il bandolo è solo uno: cominciare a fare qualcosa e portare risultati. Le attuali riforme costituzionali (monocamera, no provincie, nuove federalismo, legge elettorale) da chiudere in un anno sarebbero fantastiche. Poi Giustizia, informazione e pubblica amministrazione da concludere entro un lustro. La soluzione è facile, l’attuazione difficilissima: manca cultura e senso civico.

  2. Rocco

    Però messa così a me non pare tanto diversa da quelli che dicono “tutti a casa”.
    E’ evidente che in un paese dove vale la legge del più furbo, ci si adegui, chi più chi meno, e tra il più ed il meno c’è una forbice enorme, non si può mettere tutti allo stesso livello se non si vuole cadere nel qualunquismo.
    Il cambiamento però, se deve esserci, deve partire dall’alto, incominciando a rispettare le regole loro per primi, e poi con nuova credibilità acquisita, farle rispettare al resto del paese.
    Ma se anche i quarantenni hanno metodi da vecchia repubblica, vedi il caso De Girolamo, e la classe politica pare balbettare difronte a questo, senza riuscire a svoltare concretamente verso una nuova fase, il cambiamento non ci sarà mai.
    Anzi a me pare che la classe politica il cambiamento non lo desideri proprio, se non a chiacchiere, perchè lo stato attuale gli fa gioco. E chi può si adegua, e chi non può si arrangia oppure se ne va all’estero.
    E poi Sofri sulla spazzatuara mi sa che si è sbagliato, io dalle immagini ho visto i cassonetti stracolmi, dove dovevano gettarli? Forse lì c’è un problema di gestione dei rifiuti, o ci sono pochi cassonetti per tutta l’utenza, oppure la raccolta rifiuti avviene con una frequenza non adeguata.

  3. Roberto_

    Abbiamo rubato gli asciugamani negli alberghi, abbiamo rubato i posacenere nei ristoranti, abbiamo rubato le fioriere nella piazza del Comune. Abbiamo preso i soldi in nero, abbiamo pagato in nero, abbiamo affittato abusivamente appartamenti ad acclarati delinquenti, abbiamo intestato l’auto alla nonna, abbiamo truffato l’assicurazione con finti incidenti, abbiamo chiesto raccomandazioni, abbiamo evaso, truffato, mentito e corrotto.
    Ora è tempo di dire basta a tutto questo marcio: scendiamo in piazza contro i politici.

    Natalino Balasso

  4. splarz

    Balasso mi fa sorridere, ma quella parte di italia onesta che non ruba e non truffa cosa deve fare? Anche risolvere tutto con “alla fine facciamo tutti i furbi” è pura demagogia.

  5. Pingback: Un paese che applaude | Wittgenstein | NUOVA RESISTENZA

  6. Lazarus

    In un paese dove il re dei furbi e dei venditori di fumo si presenta come artefice di cambiamenti epocali e che gli italiani in massa si apprestano ad omaggiare come futuro premier (della serie: morto un furbetto se ne fa un altro) mi sembra che episodi come questi rientrino nella norma e non debbano scandalizzare nessuno.

  7. angelo t

    ieri sera mi è capitato di vedere tratti della trasmissione e non mi è piaciuto sofri quando ha detto che 60 milioni di italiani alla fine di qualcosa sono colpevoli. Io me ne tiro fuori, patti smith comincia un pezzo con jesus died for somebody’s sins but not mine. Ecco. poi posso anche aver gettato una volta nel differenziato un pezzo di coccio e ho fatto un danno certo, ma non è paragonabile ai danni”dirigenziali”, io non conto un cazzi per nessuno e in genere faccio del bene.
    Inoltre non mi piace neppure questo articolo. Sofri, sei diventato grande, anzi, sei ieri ti ho visto invecchiato e mi dispiace, ma posizione riesci a prenderla una volta? Alle volte il male è evidente e banale, anche il “tutti a casa” va bene, va bene che la lorenzin vada a casa sua, la debora che torni a casa sua, che la classe dirigente salti per mano di un anarchico celestini in bicicletta. Dovrebbe andarti bene così.

  8. paolo

    Ho visto pezzi e bocconi la trasmissione. Floris mi fa venire il mal di testa andando su e giù per lo studio, non si capisce bene perchè. Forse intende dare un senso dinamico alla trasmissione…… Ha poi la capacità, appena uno sta per dire un concetto che potrebbe essere importante, di interromperlo per un qualsiasi motivo: o dando la parola ad un altro, o dando la pubblicità. Pare preoccuparsi che la trasmissione possa prendere una qualche piega significativa. Non sia mai. Due punti hanno attirato la mia attenzione. Anche io come Angelo mi dissocio dalla ammissione di colpevolezza. Posso aver parcheggiato in seconda fila, e magari una volta non ho anche ritirato lo scontrino. Ma non rubo lo stipendio, e la mia posizione non me l’ha regalata nessuno, e le tasse le pago fino all’ultimo centesimo, e non raccomando incapaci nè ladroni, nè a posti privati nè a posti pubblici. Tornando alla trasmissione, illuminate il pezzo in cui Abete ha detto che il Comune di Roma ha 60mila e passa dipendenti, lasciando intendere che una buona parte sono inutili e andrebbe mandata a casa, cosa peraltro risaputa dall’universo mondo. E, ovviamente, non parlava solo di Roma. In quell’istante è risultato evidente che le chiacchiere stanno a zero, e che ci siamo ficcati nella merda totale. Lì la voglia di applaudire effettivamente è un pò calata…..

  9. federicost

    Ancora una volta: chiedi a qualsiasi italiano quale è il problema dell’Italia, e ti risponderà: gli italiani. Ma non lui, sono gli altri. E’ sempre colpa degli altri.
    Ancora una volta: siamo spacciati.

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