Terzi posti che non lo erano

«Ci sono un milione e mezzo di fan per Repubblica su Facebook: siamo il terzo sito di informazione del mondo su Facebook», ha detto pubblicamente ieri il direttore di Repubblica, con orgoglio, durante un’autocelebrazione del suo giornale.
L’autocelebrazione è legittima ed è indubbio che Repubblica abbia costruito negli anni dei numeri impressionanti, dei quali numeri può andare fiera. Sarebbe interessante anche una discussione su cosa ne fa, di quei numeri, come li ha ottenuti, quali linguaggi insegna, quali priorità diffonde, quale paese costruisce e quale versione della realtà suggerisce, nel suo pezzetto. Quali modelli di informazione e accuratezza trasmette. Anche a una prima e sommaria verifica, per esempio, si vede che anche stavolta qualcuno ha passato al direttore informazioni sbagliate.

sitidinews

update: mi segnala su Twitter @iltommi che c’è una classifica: Repubblica è centoduesima.
update: e ora mi suggeriscono che l’origine della storia risalga a due anni fa, e che allora la fonte era la stessa Repubblica, che non ne citava la provenienza (e parlava più discretamente di “quotidiani”)
update: qui e qui e qui c’è la risposta di Giuseppe Smorto di Repubblica.it sulla questione.

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7 commenti su “Terzi posti che non lo erano

  1. Giordano

    Anche il solo pensare di poter essere (con un sito in italiano, non in inglese e tutto sommato “locale”) il 3° sito di informazione al mondo la dice lunga sulle sue conoscenze della rete. Ne sa talmente poco che non si rende nemmeno conto delle cose che non sa, al punto di non saper neppure leggere un numero con spirito critico.
    Possibile che il direttore di Repubblica sia talmente “fuori” dalle dinamiche della rete da non avere nemmeno la percezione delle proprie dimensioni e dei concorrentiti e da ripubblicare una cosa del genere senza un minimo di controllo?
    Forse è il direttore di RIpubblica

    Maestroyoda

  2. sinistralirica

    Chi legge (come me) Repubblica insieme a molti altri giornali, fa molta differenza caro Lazarus: imprecisioni ed errori o semplice ignoranza come in questo caso fanno male a entrambi: al giornale e ai suoi lettori. Ezio Mauro è, per sua fortuna, un essere umano. Quindi dotato di limiti e di ignoranze tipiche di chi sta su questa terra. A differenza di altri, quando sbaglia di solito lo ammette. Per tornare a Repubblica, nonostante i suoi limiti, a volte imbarazzanti per quanto sono fastidiosi, non scordiamo che è stato il primo e per molto tempo il solo giornale a fare informazione politica in questo paese. Poi, come si sa, il successo fa rosicare.

  3. Pingback: @antoniomassario Terzi posti che non lo erano http://t.co/uGlZAo6Cv… | AntonioMassariolo.it

  4. rodo

    devo ammettere che anche io, cresciuto civicamente a pane, Repubblica, Corriere e Stampa,
    da qualche anno mi son reso conto quanto, a causa della loro uniformità mentale e pressapochezza, questi opinion maker hanno contribuito al disastro socio-ambientale in cui siamo finiti nel nostro paese.

  5. Lazarus

    Caro sinistralirica volevo dire che il lettore medio di repubblica non è interessato alla verità (ovvio, altrimenti leggerebbe qualcosa di più serio) quindi poco importa che sia vero o no quanto strombazzato dal direttore. Che infatti scrive il falso. Forse perchè distratto dai litigi della lista tsipras cui inopinatamente ha aderito.

  6. lorenzo68

    Ma non siete studi di pagare delle persone per leggere delle non notizie?

Commenti chiusi