Io credo che Cofferati abbia ragione su diverse cose.
È convincente che nello svolgimento delle primarie liguri ci siano state cose che non corrispondono esattamente all’idea democratica e costruttiva con cui sono state pensate le primarie.
È un’impressione assai condivisa che i vincitori di quelle primarie non sembrino appartenere esattamente al meglio del progetto di rinnovamento del PD (limite dell’iniziativa renziana: in quanto one-man-show non ha radicamenti di valore e affidabili “nei territori”, ma spesso dubbi interpreti).
È evidente che le attenzioni e le garanzie investite dal segretario del PD nei confronti delle “complicazioni” delle primarie liguri, dei problemi del governo della Liguria e della gestione del ricambio non siano state finora all’altezza e stiano generando ulteriori delusioni.
Ed è infine sicuro che nessuna frustrazione personale dello stesso Cofferati rispetto a come sono andate le cose, e nessuna sua reazione anche la più infantile, gli meriti la sgradevolezza di certi insulti o sarcasmi che piccinerie da tifosi gli stanno riservando.
Però credo anche che Cofferati e chi lo sostiene debbano avere chiara in mente una cosa. Il degrado della gestione del potere da parte del Partito Democratico, primarie comprese, non l’ha inventato né Renzi né nessuno dei nuovi piccoli potentati del PD: stava lì da ben prima, coltivato con deliberatezza o almeno con indifferenza dalle leadership del PD che sono venute prima, quelle vicine a Cofferati, che oggi lo difendono, e con cui Cofferati ha condiviso indifferenze e deliberatezze. Le primarie imbrogliate di Napoli, i baratti di potere del PD romano oggi commissariato, le inadeguatezze della gestione delle alluvioni liguri, il tracollo di Livorno, sono solo alcuni esempi di fallimenti locali che le leadership del PD prima di Renzi hanno sempre voluto ignorare – alimentandoli e avallandoli – perché un partito così grande e così forte si conserva grande e forte anche non volendo sapere in dettaglio cosa succede “nei territori”.
Non si inventi quindi oggi un’accusa di Renzi di connivenza con traffichismi di partito locali chi è stato connivente fino a ieri: almeno non prima di averlo riconosciuto e di avere spiegato perché Renzi dovrebbe comportarsi diversamente da loro.
Quelli di noi, invece, che sulla gestione del potere locale da parte del PD – che non è una cosa facile per niente, lo sappiamo – hanno spesso avuto da ridire, possono invece dire con rammarico che sì, Cofferati ha probabilmente ragione su diverse cose. Sarebbe stato meglio se ne occupasse, a suo tempo, visto che rivendica di essere stato un fondatore e una figura rilevante nella costruzione del PD; ma sarebbe meglio anche che se ne occupasse Renzi oggi, facendo due cose prima di tutte. Imparare a delegare e a costruire una classe dirigente nuova di qualità e che non faccia sollevare sopracciglia appena ci si allontana da Roma o Firenze, fidandosi delle molte persone in gamba che ci sono nel PD, come finora ha saputo fare in casi troppo limitati (il presidente del PD Orfini è uno di questi), e non soltanto dei renziani obbedienti della prima o ultima ora (pure preziosi).
E decidere cosa vuole fare questo partito con le primarie – che sono una pezza piena di rischi, ma una pezza necessaria – sancendone delle regole una volta per tutte che non diano ogni volta fondati alibi di proteste e accuse: che poi, come ora, vanno prese in considerazione.
Altrimenti, ha ragione pure Cofferati.
“progetto di rinnovamento del PD” mi perdoni ma non si puo’ proprio sentire.
Tra il vecchio PD ed il “nuovo” non cambia proprio nulla. Stesse dinamiche, stessi giochi di potere e stessi identici inciuci.
Le uniche cose che si possono definire “nuove” per il PD sono il modello di comunicazione (populismo 2.0 e ministre veline), la linea politica (sostanzialmente di destra) e i regali preelettorali (80 Euro) che Renzi ha apportato sul modello Berlusconiano degli ultimi 20 anni.
Le primarie da qualche anno sono diventate, un scientifico avvelenamento dei pozzi della democrazia nella scelta dei dirigenti, che dovranno gestire, come si dice in gergo la cosa pubblica, ovvero le risorse locali le speculazioni, le cemintificazioni ecc. Le primarie fanno emergere ogni cinque anni, le schifezze dei potenti allocati nel PD. La Liguria è un giro chiuso, un “Cinese” non è ben visto. La vecchia guardia non vuole far scoprire quanti fiumi sono stati interrati. Il PD va sciolto poi ricostruito, sulle tesi di Uguaglianze, Diritti.
Bersani perlomeno non solo annullò le primarie (ed erano solo 3 i seggi in discussione) ma rimosse il segretario provinciale e inviò un commissario. Renzi si limita a sproloquiare sul tafazzismo. Se questo è il progetto di rinnovamento non ci siamo.
“Sarebbe stato meglio se ne occupasse” non si può leggere…”sarebbe stato meglio se se ne fosse occupato”, al limite…
Riassumendo.
La candidata che ha vinto le primarie in Liguria ha imbrogliato.
Magari avrebbe vinto pure senza imbrogliare.
Ma ha imbrogliato.
Inoltre la signora ha preso voti provenienti da uno arco che va dal centrodestra alla destra.
Magari avrebbe vinto pure senza quei voti.
Però quei voti sono stati contati proprio come i voti degli elettori del PD, o quelli degli stessi iscritti:
Queste due cose dovrebbero ispirare una riflessione, virgola, magari.
Per “””Wittgenstein””” questo passaggio non è necessario, quantomeno non più di tanto.
Combinazione, poi, è anche l'”””idea””” di Renzi.
Proprio non riusciamo a non inquinare le buone idee, rendendole retoriche e puri strumenti di propaganda, abusandone sia perchè vengono rese vuota ripetizione modaiola, sia perchè, trovata la regola non manchiamo mai di approfittare subito di qualche meccanismo.
Dai e dai si arriva alla disaffezione.
è successo con la mania dello streaming dei cinquestelle.
sta succedendo con le primarie; finito l’effetto novità la partecipazione popolare si riduce sempre di più; ma se il popolo non partecipa tanto vale ritornare alla scelta dei candidati all’interno dei soli iscritti.
L’ipocrita rincorsa alla verginità perduta è un fatto, incontestabile, ma qui a Genova se ne sono viste di tutti i colori e credo che nessuno degli interessati abbia diritto a dire alcunché 8vedi intervento dell’ex senatore Rognoni sull’Huff di ieri: strali e condanne contro chi vuol far girare la ruota della storia PD all’indietro, e non una parola sui fatti successi) senza una preliminare condanna di queste primarie (che andrebbero annullate). La domanda da farsi, per me, è molto semplice: “ma è davvero possibile che in un paese come il nostro uno scatolone privo d’identità e trasversale a chiunque e a qualunque cosa, e che aspira al 40% dei votanti, come il PD possa essere realmente diverso da quello che sta mostrando d’essere?” Per me, no.
Direttore, mi sembra che questi articoli apportino interessanti contenuti per dibattiti anche sul sito del post. Non sarebbe il caso di permettere di commentarli direttamente dal sito della testata di cui è direttore?