Il cinquestellismo reale

Lateralmente alle notizie sui guai del M5S a Roma – notizie esigue: il partito della trasparenza si conferma il più chiuso e occulto d’Italia – è nato un dibattito tra giornalisti e osservatori della politica intorno al loro significato per il senso di quel partito. Oggi, con un carico di sarcasmo, lo racconta un editoriale del Foglio, ma la sintesi dei due pensieri opposti è questa: quello a cui stiamo assistendo è un tradimento dei principi originali del M5S, tradimento che ne spiega gli attuali fallimenti? Oppure – altra corrente di pensiero – quello a cui stiamo assistendo è la esatta realizzazione della natura del M5S, messa di fronte ai suoi limiti, contraddizioni e velleità appena si è trattato di tradurli in pratica di governo “importante”? Oltre agli esempi citati dal Foglio, oggi per esempio Repubblica titola “La missione tradita” il commento di Massimo Giannini, ma l’articolo è molto meno netto e si conclude col timore che il M5S sia “inadatto a governare”. Sul Corriere Antonio Polito è più chiaro nell’esporre la qualità intrinsecamente antidemocratica del partito (e il titolista qui sceglie invece di privilegiare la parola “utopia”), pur investendo delle speranze di diversa riuscita nel caso di Torino.

l vero grande problema dei Cinque Stelle si potrebbe definire esistenziale, ed è stato macroscopicamente confermato dalla crisi di Roma: il suo progetto iniziale, l’utopia rivoluzionaria su cui si fonda, gli impedisce di risolvere i problemi del far politica con gli strumenti della politica democratica. Questo avviene perché il M5S in fondo non crede nella politica. Crede solo in sé, come prefigurazione in nuce di una società ideale, e dunque unico soggetto capace di interpretare e applicare la «volontà generale» dei cittadini, che si esprime attraverso la Rete. Non a caso il software approntato dalla Casaleggio Associati si chiama Rousseau, non Montesquieu. Si nega così una visione laica della politica, basata sulla separazione liberale dei poteri. Coloro che sono eletti nelle istituzioni sono costretti alla schizofrenia di una doppia lealtà. Quella al Movimento e alle sue ferree ma mutevoli regole deve prevalere su quella agli elettori.

Malgrado a Torino – anche a Parma, ma in forte dissenso col partito – si manifesti finora un modo più “normale” e meno spettacolarmente catastrofico di occupare l’amministrazione cittadina, io trovo più convincente la tesi che le inadeguatezze del M5S stessero nel M5S stesso, per quanta buona fede e speranze ci avessero messo alcuni (su quella dei maggiori responsabili ho consolidati dubbi, ormai): non è solo una questione di irrealtà dei suoi “principi” rispetto al governare e alla democrazia, ma anche delle loro conseguenze sull’attrazione di competenze, intelligenze, umiltà, tra i suoi eletti (sul Foglio c’è anche una divertente e non nuova citazione di Benedetto Croce). E carta canta che in tanti questa cosa non la scopriamo di certo ora: poi capisco la necessità di costruire l’alibi del “fallimento nella pratica, ma l’idea era buona”, sia da parte dei militanti più faziosi che da parte dei commentatori che hanno lisciato il pelo al carro dei quasi vincitori. È una vecchia inclinazione con una grande storia, quella del “sogno tradito”: per rubare una battuta a Christian Rocca, stiamo assistendo alla costruzione del “cinquestellismo reale”.

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3 commenti su “Il cinquestellismo reale

  1. Luca Glamorama

    L’articolo parte dal solito assunto piddino(e renziano,questo è un blog renziano,non dimentichiamolo mai) per cui il M5S aveva già in nuce tutte le sue pecche attuali.Ma,francamente,il caso di Roma dimostra semmai come e quanto(e qui va la mia critica) i pentastellati si stiano confacendo alla normalità della politica:lotte intestine,veleni,polemiche tra sindaci che sono ormai personaggi tv(Pizzarotti,la Raggi) e il Direttorio-nome buffo per quanto storico.Sembra di vedere il Pd(s) degli aurei tempi dalemiani ma non si è molto distanti da quello-sempre Pd-renziano.Il fatto che si la Raggi non abbia accondisceso a richieste del Direttorio dimostra,semmai,la sua indipendenza.Se questa esperienza fallirà non sarà perchè il Movimento è inadatto a governare o dittatoriale(non si contano le volte in cui l’ho accusato di neofascismo,essendo bannato dal “sacro” blog) ma semmai perchè,ribadisco,sta prendendo gli stessi vizi del peggior Pd:il democristianesimo,la lotta tra correnti.Di positivo c’è che ormai solo chi-come l’autore del blog,obnubilato dall’idea renziana-è pregiudizialmente contro i “grillini” può dire che in quel partito non c’è democrazia:c’è un gruppo dirigente e un’opposizione,anche abbastanza viva,ma molto minoritaria.La Raggi deve-e finora non si può dire che non ci stia riuscendo-imparare a muoversi tra questi due fuochi,non essendo mai stata una ultra grillina ma nemmeno una “trozkista” del partito-movimento casaleggiano.Insomma:fa ridere che il partito renziano,che ha sfregiato Roma oggi-dopo appena 3 mesi di governo-vaticini la fine di un’esperienza.E’ ovvio come sia in atto un’intensa,ed-eastwoddianamente-davvero spietata campagna contro i neofiti.Per reagire servono oltre alle amate palle,lo spirito di gruppo e un certo-da parte del sindaco(con buona apce della Crusca) Raggi-decisionismo: si-si,no-no..risposte nette e veloci.Roma non ha tempo,nè per le distruttive campagne stampa di Repubblica,Corsera e blog piddini tipo questo ma nemmeno per attendere che il Movimento si degradi,imparando “come si fa il Pd”,cosa sempre nefasta e disagevole,se non addirittura impudente.Ok i metodi democratici,ok le correnti ma il sindaco votato è uno solo e deve andare avanti,e può andare avanti.Non la possono certo fermare un paio di giornaletti ormai buoni solo per incartare le uova nè qualche mail uscita di straforo.So che il goloso alito piddino soffia per cosucce inutili tipo Olimpiadi o scandali montati ad arte(la Muraro,tra l’altro,è una ex piddina,ideologicamente)ma qui non si può tergiversare.La Raggi deve andare avanti per la sua strada,senza perdere tempo in conferenze e dichiarazioni istituzionali,come una Boldrini qualsiasi.Il suo ruolo è un altro:far sapere alla città che finalmente c’è un sindaco che i problemi li risolve,non li incrementa.I cittadini in gamba (a parte la neoeletta ,non ho mai votato M5s)le diano una mano,trasversalmente.Che poi,un qualche venerdì se c’è la spigola da pilire,Corsera e Rep.si possono sempre comprare,per carità.

  2. donkishotte

    Caro Luca, che il PD che ha sfregiato Roma fosse renziano è una tesi alquanto divertente, quasi quanto l’usanza ricorrente di evitare sempre e comunque di citare Alemanno, Storace e Polverini. Ma tant’è. Meno ilare è tutto il panegirico sul “lasciatela governare” quando questo appello andrebbe rivolto proprio al Mo’ vi mento, che pare confusamente cercare di tappare buchi aprendo voragini. Non è stato altro che il sindaco a mettere di mezzo Marra; chi ha chiamato e difeso e si è appesa politicamente alla Muraro, decennale consulente AMA che chiude e apre discariche e tritatori di amici? Non c’era di meglio di una “ideologicamente ex piddina” (cosa vorrà dire poi…)? Ma cosa ci voleva a trovare di meglio di un vecchio burocrate in pensione (comunque da come sembra dalle interviste uno alla soglia della demenza) come De Dominicis o come diavolo si chiama? E non ti viene in mente che non sia il caso di farselo indicare dallo Studio Sammarco? O che forse ti hanno appena tirato na’ sola? Purtroppo i tuoi desiderata sul “sindaco che vorrei”, si scontrano con le profezie delle cassandre che tutto questo avevano paventato. Soprattutto i Blogghe Piddini-renziani come questo. Se vuoi scardinare Roma dall’interno, non ne hai la statura, le conoscenze, le relazioni e consentimi, l’età. Se vuoi fare la rivoluzione, prendi tecnici docenti, consulenti esteri, gente che ha avuto da gestire metropoli e fai dei piani quinquennali su traffico e trasporti, nettezza, turismo e case. Ti fai finanziare dal Governo che è costretto a tappare i buchi della mala gestione passata e non può fare quello che rema contro la Raggi e la Capitale. In cambio gli dai le Olimpiadi (che poi manco gliele assegnano magari), e ti ritrovi salvatrice di Roma. Poi se tanto è comunque colpa del PD, allora di che stiamo parlando?

  3. gianmario nava

    luca glamorama
    ritieniti pesantemente insultato, diffamato e minacciato da me
    e questo a sostegno della tua tesi che qui non c’è democrazia, c’è pregiudizio, si fa propaganda becera e in fondo si è delle persone ributtanti e pericolose

    stabilito, assodato e provato tutto questo
    hai qualcosa da aggiungere?

    per tua comodità ti propongo un testo che puoi liberamente usare per commentare il nostro peraltro (pessimo) direttore:
    “voi del post siete brutta gente e io voglio togliermi la soddisfazione di dirlo
    avete torto su tutto
    firmato luca glamorama”

    usalo, fai prima e il risultato è lo stesso

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