Qualsiasi frase

Caro Massimo Gramellini, l’impressione a proposito della frase di Rocco Casalino che suggerisci nella tua rubrica di oggi è sensata, e l’abbiamo commentata in quel senso anche al Post, ieri, segnalando nella newsletter che divideva tra “indignati e solidali”. Tu dici:

Siamo onesti: è un banale scambio di insofferenze tra la fonte governativa che non ne può più di parlare e i giornalisti che vogliono sapere. Ma nemmeno il peggior nemico di Casalino potrebbe leggervi, in coscienza, la volontà di ferire Genova e i genovesi. È vero che il diminutivo di Casaleggio è talmente entrato nella parte del manipolatore che ogni tanto finisce per manipolarsi da solo. Ma questa storiella va al di là di tutti i casalini del mondo e certifica lo svuotamento definitivo del discorso pubblico. Abbiamo perso il controllo delle parole. Qualsiasi frase, anche «ciao come stai», una volta salita sulla ruota dei «social» può trasformarsi in un’allusione o in un’offesa. Chi ascolta è sempre più distratto, ipersensibile, prevenuto.

Mi pare che però manchi un pezzo alla tua ricostruzione di come siamo arrivati a questo scenario, poche parole da aggiungere dove parli della “ruota dei «social»”: perché quel meccanismo per il quale “qualsiasi frase, anche «ciao come stai», può trasformarsi in un’allusione o in un’offesa” non lo hanno inventato i «social». Lo hanno inventato i giornali con le trascrizioni servili e scandalistiche delle intercettazioni telefoniche giudiziarie, trasformate in strumenti di umiliazione e persecuzione spesso sulla base di equivoci o letture fuori contesto (quando non in strumenti di abuso a favore delle procure che le passano interessate). O con la citazione di virgolettati isolati, forzati (quando non inventati, ma quella è un’altra storia). Metà delle volte che al Post qualcuno legge di qualcosa che sarebbe stato detto da qualcuno e lo suggerisce per la rubrica “Virgolette”, un controllo più attento sul video, l’audio, o il testo più esteso, suggerisce di rinunciare: a ben vedere, non era andata come è stata presentata.

Come con tutto il resto (le falsificazioni, l’indignazione permanente, l’aggressività polemica, eccetera), è l’informazione tradizionale ad avere insegnato ai lettori le cose peggiori che internet ha dato loro modo di replicare. Ciao.

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro