I dati confusi hanno le gambe corte

Insisto su due brevi cose a margine della chiara riflessione di Francesco Costa, che ha scritto delle implicazioni dello stare appesi ai dati diffusi dalla Protezione civile sul coronavirus.

Una è che l’investimento della comunicazione istituzionale sui dati è anche il risultato di una disarmante latitanza sui progetti. Nella conferenza stampa di venerdì Conte se l’è cavata bene nei toni e nel dare un’impressione di responsabilità, ma malissimo sui contenuti: va bene i problemi sociali ed economici, ma dopo 40 giorni non puoi continuare a dire che delle questioni sanitarie e dei progetti relativi si occupano “gli esperti” e tu non c’entri; non puoi annunciare un altro comitato, “di esperti in materia economica e sociale”, e continuare a non far sapere al paese cosa si farà per sconfiggere o contenere il contagio, oltre l’isolamento che ora ti proponi di attenuare.
Quindi ogni giorno dai numeri confusi e poco significativi, li fai esibire da titoli e prime pagine appassionate di semplificazioni (oggi meglio! oggi peggio!) e così distrai dall’inesistenza di un piano o di qualcuno in comando sulla questione prioritaria.

La seconda cosa è che questo sventato investimento sui dati, e sui modi più rassicuranti e promettenti di comunicarli ed enfatizzarne l’importanza e il significato, è andato di pari passo con una ormai arcinota carenza nella realizzazione dei tamponi. In Lombardia sono andati sostenendo per settimane che facevano i tamponi che andavano fatti, poi – di fronte a critiche e sbugiardamenti – hanno cominciato a farne qualcuno di più, e da qualche giorno comunicano fieri che ne stanno facendo di più (quindi forse non facevano “quelli che andavano fatti”, no?). Solo che se ne fai di più scopri più contagiati (era la ragione per cui ne chiedevamo di più) e quindi ora ti trovi coi dati – i dati che hai promosso per settimane come significativi e prioritari – che mostrano crescite relative dei contagi, e spiegagliela la complessità e i “dipende” alle prime pagine e ai titoli.
E quindi come fai, ora, a dire che quei dati vanno presi con le molle?

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