Per tutto sabato sui social network un sacco di persone ha protestato contro l’intervista pubblicata la mattina da un grande quotidiano a un virologo che tra molte cose discutibili ha detto che tra i positivi al tampone “il 95 per cento non ha sintomi e quindi non si può definire malato”. Un dato che è contraddetto da ogni evidenza e ogni analisi, come appunto hanno dimostrato in molti, al di là dei toni.
Ma perché il Corriere intervista questo tizio permettendogli di dire cose palesemente false?
Basta andare a pagina 20 del bollettino dell'ISS. Gli asintomatici sono il 55%, i paucisintomatici il 17%, i lievi il 24% e i severi/critici il 4%.
Link ISS: https://t.co/UEVpA0q6Jx pic.twitter.com/cvNTi14WK3
— Lorenzo Ruffino (@Ruffino_Lorenzo) October 24, 2020
BASTA BUGIE! Gli asintomatici sono il 56%, i paucisintomatici il 16%, i lievi il 21%e i severi/critici il 7%. https://t.co/OHii48x3gs pic.twitter.com/gBZjMOzS5M
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) October 24, 2020
Certo, su molti dati ci sono margini di incertezza. Ma nessuno che consenta di sostenere la storia del 95%, e a cui comunque eventualmente dovrebbe essere applicata la stessa incertezza. E da domani le polemiche intorno a questa intervista andranno ad arricchire il grande repertorio di indignazione contro gli scienziati che dicono cose inaffidabili e contraddittorie, repertorio costruito anche da autorevoli commentatori spesso sugli stessi giornali che hanno affollato le loro pagine di interviste a scienziati che dicono cose inaffidabili e contraddittorie. E qui è la questione, purtroppo, ancora una volta. Lo dice Antonio Scalari di Valigia Blu, tacendo per signorilità che l’intervista sia stata ripresa e fotocopiata senza una perplessità da molte altre testate, con rare eccezioni.
Ma tutto questo riguarda questioni scientifiche. L’intervista a Palù non è un’intervista scientifica, è un’intervista politica col bollino della “autorità indiscussa”, cioè del principio di Autorità. È politico infatti il messaggio contro la “isteria” contenuto nel titolo. È quello che sta girando, è quello che viene citato da Salvini e dalla destra. Il contenuto conta poco o nulla, conta il messaggio anti-“isteria”.
Palù da stamattina è, ancora di più, l’esperto di riferimento della destra e dei negazionisti. E questo col bollino della “autorità indiscussa”. Questo grazie all’intervista del Corriere, un’intervista fuorviante e scorretta anche dal punto di vista scientifico.
Questa, per capirci, è l’infodemia.
Il problema infatti non è il virologo di oggi o l’infettivologo di domani: nessuno di questi scienziati tanto criticati per quello che dicono ha puntato una pistola alla tempia dei responsabili dei grandi media nazionali costringendoli a ospitare i loro pareri. Ed è – al di là delle simpatie o antipatie – perfettamente legittimo che ciascuno di questi scienziati abbia delle opinioni o valutazioni che possano essere diverse da quelle di altri colleghi (figuriamoci su un evento così complesso): e sarebbe assurdo pretendere che una volta richiesti di dire la loro ne inventassero una coerente con quella dei loro colleghi. Alcuni scienziati sono palesemente più fessi di altri, è ovvio: capita in ogni categoria, la mia o la vostra. Ci si laurea senza superare esami di intelligenza, saggezza, sensibilità, modestia o ragionevolezza.
(divertente che l’intervista di oggi inizi definendo l’intervistato “un’autorità indiscussa“, un attimo prima che la sua autorità e l’intervista vengano discusse per tutta la giornata)
Il problema è un sistema mediatico scellerato e teatrale che mette in scena liti, zizzanie, paure e indignazioni (quello che una volta i quotidiani rinfacciavano ai talkshow, e ora guarda) rimuovendo ogni responsabilità tradizionale della propria professione: che senso ha l’essere giornalista – intervistatore, caporedattore, vicedirettore, direttore – se di fronte a “il 95 per cento non ha sintomi” non si chiede nessuna spiegazione, non si avanza un dubbio, uno straccio di richiesta di chiarimento, se nessuno si chiede e gli chiede “ma questo dato da dove lo prende?”. E poi magari si celebrano poche pagine più in là le intervistatrici americane che hanno fatto obiezioni a Donald Trump. E poi sicuramente si ospiterà un altro commentino salace del proprio opinionista con rubrica da riempire che additerà ai lettori i dannati virologi, infettivologi, epidemiologi che parlano a vanvera (sapevate da dove viene vanvera? io ho googlato ora) e di cui non ci si può fidare. Tutto sull’Eco della Vanvera. E ci si offenderà, gonfiando il petto, delle critiche di chi non sa niente del lavoro dei giornalisti. E tutto si dirà
Ma ci sarebbe un modo semplice per risparmiarsele, e occupare meglio il tempo tutti quanti.