457 pagine

Una piccola cosa domenicale, buona per I giornali spiegati bene o Notizie che non lo erano. Stamattina Antonio Padellaro dedica tutta la sua rubrica sul Fatto a elogiare e raccomandare il libro del suo direttore Marco Travaglio che, si intuisce dalla recensione, è probabilmente una raccolta di commentini salaci e giochi di parole del direttore intorno alle cose pubblicate sui giornali in un anno di guerra in Ucraina. Guerra, scrive Padellaro, “sottoposta a una ridicola e controproducente manipolazione dei fatti”, da parte di “quelli che prendono per oro colato e rilanciano le balle più ridicole” (questa invece è citazione del libro).

Padellaro fa un paio di esempi dalle “457 pagine”, ma in uno scantona dai giornali italiani e irride lo stesso presidente ucraino: “Come quel 30 maggio in cui Zelensky ammette in un lampo di sincerità: «Non credo che potremo riprendere l’intero nostro territorio con l’esercito, meglio la diplomazia». Proposito in seguito vanificato da qualcosa o da qualcuno più potente di lui”.
E l’intenzione di entrambi gli autori è evidentemente di dimostrare che lo stesso Zelensky abbia riconosciuto di non poter vincere la guerra, di non poter riottenere i confini dell’Ucraina, di dover arrendersi, trattare e concedere alla Russia.

Insospettito da anni di conoscenza del metodo che ha fatto le piccole fortune della propaganda e delle falsificazioni del Fatto, ho cercato quella frase di Zelensky, che a leggerla bene già sembrava in realtà confermare la pretesa – rifiutata dalla Russia, non da Zelensky o “da qualcosa o da qualcuno” – di “riprendere il nostro territorio”. Ce ne sono solo una manciata di occorrenze in rete, e riguardano quasi tutte citazioni di un vecchio articolo di Travaglio, che immagino sarà ripreso nel libro, a proposito di quella frase di Zelensky:

Cioè mette sul tavolo della trattativa non solo la Crimea (occupata senza proteste dai russi nel 2014), ma anche il Donbass (ormai in mano russa, come la striscia Sud sul mare d’Azov). E accetta il principio “territori in cambio di pace” che, se fosse stato ben consigliato (cioè non consigliato da Biden e Johnson) e l’avesse accettato prima, gli e ci avrebbe forse risparmiato la guerra

L’unico altro risultato per quella frase è in un articolo di Repubblica del 28 maggio, che è evidentemente stato la fonte usata da Travaglio stesso. E dove la traduzione completa di ciò che Zelensky avrebbe detto è esposta così:

E, analizzando l’andamento del fronte di battaglia, Zelensky fa un’ammissione importante: «Non credo che potremo riprendere l’intero nostro territorio con l’esercito. Se decidessimo di farlo, perderemmo centinaia di migliaia di vite. Dobbiamo però ritornare al 24 febbraio, poi potremo difendere il nostro Paese con la diplomazia». Tornare al 24 febbraio, rinunciando quindi a metà Donbass e alla Crimea.

Spiega l’articolo di Repubblica che il passaggio viene da un’intervista di Zelensky a una tv olandese. E infatti è questa, e ne traggo dalla sottotitolazione in inglese (neretti miei) il passaggio arrivato con questo telegrafo senza fili a diventare uno dei due esempi di Padellaro delle manipolazioni italiane che rendono tanto nobile il libro del suo direttore (“Marco”).

Ukraine will definitely win this war. The only question is at what price and when. For me winning means taking back all of our territory. I don’t think we can take back all of it by means of military intervention. If we decide to do that it will cost hundreds of thousands of lives. That’s a fact. Exactly what the Russians are facing right now. They lose more and more people the longer the war goes on. Not just thousands but hundreds of thousands. Every Ukrainian wants to take back Donbass and Crimea. I think we have to go back to February 24 when the Russians invaded us. Only then we can discuss restoration of our territory on a diplomatic level.

Per non sbagliare l’intervistatrice chiede a Zelensky: «cosa intende dicendo questo? Che può accettare che la Crimea rimanga in mani russe, e così parte del Donbass?».

No, that’s not what I meant. We want to fight to our last breath, but not to our last man. They can live with that, but I can’t. If we go back to the lines of February 24 I know Russia will join the negotiations. We’re not prepared to turn Crimea or Donbass over to Russia. We would never accept that.

Zelensky, lo può vedere chiunque consulti le fonti, non ha mai detto niente di diverso, insomma, e ha insistito senza possibilità di equivoco che non vorrà cedere territori occupati dalla Russia. E che se la Russia si ritira dai territori occupati dopo il 24 febbraio si può iniziare una trattativa per restituire all’Ucraina anche la Crimea e il Donbass. Proposta che può essere un alzare la posta, certo; proposta che alcuni possono anche criticare chiedendo invece di concedere alla Russia di mantenere i territori occupati illegalmente con la forza (è una diffusa idea di pace), ma che non ha niente di incoerente e che è ostacolata semplicemente dalla Russia, non dai “qualcosa o qualcuno” a cui si allude sul Fatto.
Consultare le fonti, però, non è attività che può essere richiesta ogni giorno ai lettori: per quello dovrebbero esserci i giornali seri, non quelli per cui la realtà è “sottoposta a una ridicola e controproducente manipolazione dei fatti”, e che riempiono così “457 pagine” (e molte di più).
“Quelli che prendono per oro colato e rilanciano le balle più ridicole”.

 

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