La divertente intervista di Mario Monti alle Invasioni Barbariche ha confermato l’ambivalente impressione sull’uomo. Avevo già scritto qui dai primi giorni del suo governo sulla mia curiosità e ammirazione per la sua anomalia nel panorama politico e umano italiano: all’improvviso era arrivato uno che non concedeva niente, che diceva quello che pensava o lo faceva capire con ironie e sarcasmi di rara acutezza, che trattava da idioti quelli che riteneva idioti e il cui messaggio era “io sono qui per fare delle cose che credo giuste, vi piaccia o no: e me ne frega pochissimo del vostro giudizio perché io sono di un altro pianeta”. Tutto questo suonerà sgradevole e presuntuoso – in parte lo era, anche per via di un autocompiacimento diventato rapidamente riconoscibile – ma gli dava anche il fascino del bullo, quello dell’uomo forte e rassicurante, quello del “tecnico” che “fa le cose” e risolve problemi, e la simpatia del fenomeno: non si era mai visto uno che invece di vendere fuffa ai giornali chiedeva ai giornali “perché pubblicate tutta questa fuffa” (lui lo diceva con un carico da dieci di falso garbo), e che ai partiti che lo sostenevano concedeva pochissimo e anche insultandoli un po’. Insomma, un uomo che non rispondeva a nessuno se non a se stesso, e capace di analisi e formulazioni del tutto originali, toste e spiritose: disumano, nel senso buono del termine. Badate che non c’entra niente la condivisione o meno delle sue politiche: ma di sicuro aveva costruito un capitale di carisma personale su cui non aveva nessuna concorrenza.
Poi, un giorno di dicembre, dalla sera alla mattina – e nel mezzo c’era stata una precipitosa candidatura a guidare un partito, o una specie – quell’uomo lì è sparito e ha ceduto il passo al più banale e prevedibile dei candidati demagoghi: dedicato immediatamente a una politica delle alleanze (con che alleati, poi) e dei piccoli traffici di candidature e spazi, a una comunicazione di annunci stereotipati e di promesse elettorali, addirittura alla promessa di abbassare le tasse che fino a una settimana prima erano lucidamente presentate come l’ineluttabile e giusto simbolo del rigore e della partecipazione dei cittadini. Radiosi futuri al posto delle lacrime e sangue di un attimo prima, slogan di rituale banalità retorica dove eravamo abituati a sarcasmi e battute che gli interlocutori avrebbero afferrato la mattina dopo, accuse a “chi mi ha preceduto” per i guai del paese. Dall’uomo delle agognate “scelte impopolari” alla ricerca di popolarità a tempo pieno. Le sue rarefatte e scelte presenze televisive – ognuna un evento – sono diventate un affollamento in tutti palinsesti a dire le cose di tutti, con contorno di apparizioni stradali culminate nelle foto con i passanti e il bacio dei neonati: a cui associa un’espressione e dei gesti di totale goffaggine, a testimonianza della sua inadeguatezza in queste forzate esibizioni. Perché è disumano, nel senso così e così del termine. Quella gente lì, non gli interessa, e si vede (da PresdelCons non è mai andato “tra la gente” nemmeno quando sarebbe stato saggio e utile, nemmeno in nessuna emergenza).
Si è inventato di essere uno qualunque, ma senza esserlo: a differenza di Berlusconi. Ecco, immaginate Berlusconi che dall’oggi al domani prova a essere uno schivo e distinto signore di parche e ficcanti battute, e tratta tutti dall’alto in basso come se avesse altro da fare.
Suonerebbe come minimo artificioso e falso, come lo sembra Monti in questa sua nuova incarnazione: e lo spot diffuso ieri conferma totalmente questa sua rigida artificiosità.
Ma alle Invasioni barbariche mercoledì Monti è stato sia Jekyll che Hyde: un fulmine di senso dell’umorismo e destrezza – molto simpatico, molto brillante – in tutte le questioni leggere o politicamente non impegnative, spiritoso nelle gag a due, senza un attimo di incertezza ogni volta che era al centro delle domande, capace di secondi e terzi livelli di allusioni e sarcasmi (a volte sembra pensarsi l’interlocutore delle sue battute). Ma poi impacciato, freddo, balbuziente, su una serie di questioni di quotidiana umanità e civiltà: sugli omosessuali (si sarebbe detto che non sapesse cosa fossero, tanto vagava con gli occhi e le parole in cerca di un aiuto, una via di fuga, non riuscendo infine a trattenere che le loro istanze non sono una priorità), sui detenuti (che non votano o quasi non votano, e quindi nessuno lo aveva preparato neanche a una forzata finzione) ai quali non ha concesso la speranza nemmeno di essere la penultima delle priorità, sfuggendo a ogni più insignificante richiesta di attenzione (con lunghi imbarazzanti momenti di silenzio ed esitazione): “sarei contrario a un’amnistia se questa fosse letta come la soluzione al problema delle carceri…”. Per entrambi, omosessuali e detenuti, Monti ha fatto capire (dei primi lo ha proprio detto) che non sono minimamente nei suoi pensieri (“avevamo preparato un progetto giustizia, ma poi nel rush…”). I troppo umani, non sono nei suoi pensieri.
E che si sia dimostrato invece incredibilmente a suo agio e affettuoso col cane non ha fatto che confermare questa impressione: i disumani amano sempre molto gli animali.
Sono stato tra quelli che hanno idealmente tirato per la giacca Bersani, nell’ansia di una sua reazione forte agli assalti Berlusconiani e a questa farsa Montiana.
Comincio ad apprezzare questo suo mantenersi uguale a se stesso. Sappiamo tutti chi è Bersani, conosciamo i suoi modi “circospetti”, anche se non ci convincono molto, come ci lasciano peplessi i guai di MPS;
questa certezza, raffrontata a Berluschettino (quello che ripropone la stessa manovra che ha portato la nave al naufragio) e al suo emulo (quello che rinnega la manovra che ha evitato il disastro), finisce per giganteggiare.
Toccherà ancora una volta votare il meno peggio?
L’intervista non è stata divertente. Il siparietto Monti/professore con Bignardi/maestrina è proprio degno de I novi mostri (altra tv indecente). È stato imbarazzante.
i bulli (come anche i ruffiani) ispirano fascino solo alle puttane. La democrazia è speranza per gli uomini liberi, per i servi invece è una vera iattura.
Se ci sarà un’alleanza tra PD e Lista Civica per Monti, non durerà più di un anno.
A meno che non si dia vita, dopo una crisi, ad un nuovo governo con parlamentari di PD e PDL che avvereranno il desiderio di Monti: smontare i 2 poli (“destra e sinistra non esistono più”).
In ogni caso sarà un’altra legislatura (o semilegislatura) da delirio, nonstante le new entry.
Macchè perso, come potreste perderlo, non lo avete mai avuto. Lui è così, lo è sempre stato e ci avete semplicemente visto solo quello che volevate vederci. Il vecchio democratico al colle ha trovato il modo di liberarvi del berlusca, cosa che per via elettorale sembrava complicata, e vi sarebbe sembrato un santo anche Gengis Khan. Mettici la pompa magna degli “amici europei” e dei giornaloni, e la via della santità era segnata.
Ma il tempo è galantuomo (lui sì) e ora ci siamo svegliati tutti. Una ventina d’anni a gridare alla “destra berlusconiana”, con tutti i ministri socialisti, e ora che c’è una vera destra ci siamo rimasti male?
Alla sinistra italiana serviranno anni, come al solito, per metabolizzare anche questa.
Non ho visto l’intervista, quindi forse non dovrei commentare, ma lo faccio lo stesso. Capisco bene le critiche, ma non mi sembra il caso di esagerare. Monti è comunque un personaggio che ha fatto bene all’Italia e sta continuando a “fare l’andatura della campagna elettorale”, riuscendo almeno a evitare i soliti scontri ideologici. Il fatto che oggi venga attaccato da destra e da sinistra dimostra in fondo la sua forza. L’impreparazione su temi contemporanei fa parte del problema generazionale italiano e darne la colpa a Monti mi sembra veramente crudele e ridicolo. L’unica scelta recente degli italiani è stata quella dei democratici tra Bersani, vecchia scuola classe 1951, e Renzi, l’innovatore classe 1975 e sappiamo bene com’è andata. Inutile parlarare delle primarie del centro-destra. Quindi cosa vogliamo/volete? Forse se lo abbiamo perso è colpa nostra, cioè (forse) è diventato come lo vogliamo noi per votarlo. Nonostante tutto però meglio un Monti che si “sporca le mani” che Fini e Casini, per non parlare degli altri…
Monti è cambiato, come cabiano tutti i politici durante una campagna elettorale. Proprio come cambia l’uomo durante il corteggiamento, per fare un esempio sciocco. E’ una cosa naturale. Nel suo caso il cambiamento è più marcato, ma è anche vero che molti italiani lo odiano (ne hanno paura) solo perché lo trovano distante ed inumano. Io, personalemente, apprezzo il suo sforzo di avvicinamento alle persone. La sua goffaggine me lo rende ancora pià simpatico. Poi a elezioni avvenute tornerà, spero, il Monti duro e affilato di sempre.
Monti era apprezzato perché, insieme a Napolitano, aveva tolto di mezzo Berlusconi e dava dell’incapace a tutti i politici. “Poi, un giorno di dicembre, dalla sera alla mattina…”, nel 2011, ha iniziato a far vedere cosa sapeva fare (aumento della benzina, IMU, esodati, ecc.), ha iniziato a far proclami non seguiti dai fatti (equità, liberizzazioni, tagli agli sprechi, ecc.) e alla fine ha anche iniziato la campagna elettorale dicendo che gli altri non gli hanno permesso di fare quello che voleva (come un Berlusconi qualsiasi) e ha perso l’idealizzazione che in tanti avevano (personalmente ritenevo che nel 2011 si doveva andare a votare) fatto di lui, e che alcuni ancora conservano
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analisi del testo Lo abbiamo perso di Luca Sofri (corretto da me)
La divertente….(secondo me, Luca, hai dimenticato “secondo me”)
“dai primi giorni del suo governo sulla mia curiosità e ammirazione” (va bene, condivido)
un uomo che non rispondeva a nessuno se non a se stesso, (allora doveva cambiare mestiere)
al più banale e prevedibile dei candidati demagoghi: dedicato immediatamente a una politica delle alleanze (con che alleati, poi) e dei piccoli traffici di candidature e spazi, a una comunicazione di annunci stereotipati e di promesse elettorali, addirittura alla promessa di abbassare le tasse (…e quindi, a che ti fa pensare? )
Ma alle Invasioni barbariche mercoledì Monti è stato sia Jekyll che Hyde: un fulmine di senso dell’umorismo e destrezza – molto simpatico, molto brillante ( luca, no…ti stai sbagliando con un altro personaggio…)
Ma poi impacciato, freddo, balbuziente, su una serie di questioni di quotidiana umanità e civiltà (…quindi, quindi, come lo potresti definire?)
scherzando e con affetto per te, luca (non per Monti)
francesca
Sono totalmente d’accordo sulla questione dei detenuti: era impreparato e l’impressione è che, in fondo, non gliene importi molto. Ma sulla faccenda di matrimonio degli omosessuali non sono assolutamente d’accordo. Monti è un uomo di settant’anni, è cattolico credente e praticante: davvero qualcuno si aspetta che possa avere a cuore questa problematica o che possa esserne a favore? Davvero ci si aspetta, da un uomo che si è occupato per tutta la vita di economia, bilanci, Bocconi etc. etc., che in cima ai suoi pensieri ci siano gli omosessuali?
Io sinceramente no, non me l’aspetto e mi stupisco che qualcuno lo faccia.
Concordo con chi dice che non l’abbiamo mai avuto.
*
E ricordo che venivamo dal governo ennesimo di Berlusconi. Roba che anche Jack lo Squartatore sarebbe stato elegante e signorile al confronto. Questo è non cretino (quindi una spanna sopra la media dei parlamentari) e persino moderatamente competente di quello che afferma di conoscere benissimo. Si veste in modo dignitoso, è educato, è garbato… Per forza che ne siamo rimasti affascinati, prima veniva uno che era il peggiore avventore del bar con le frequentazioni dei peggiori cafoni d’Italia!
Concordo con silkySilk, la questione omosessuali con Monti non si pone neanche.
Per di più l’articolo, a mio avviso, non fa una buona lettura delle risposte di Monti. Sugli omosessuali è stato chiaro: si devono cercare strade per ampliare i diritti, ma il matrimonio non gli interessa, non è una proposta che vuole fare, punto. La Bignardi per sintetizzare ha detto “vuol dire che per lei ciò non è una priorità”, ed è così. Per lui i matrimoni gay non sono una priorità. Si può non condividere ma si puà capire. Premetto che io sono a favore dei matrimoni gay, e penso che prima o poi arriveranno anche da noi (più poi che prima, per inciso). Detto questo, si porta ad esempio la Francia dove il dibattito è infuocato. Qualcuno davvero pensa che proporre in Italia i matrimoni gay e le adozione per coppie omosessuali non sia una perdita di tempo? Certo, è bene parlarne, ma non siamo neanche riusciti a far passare i pacs, figuriamoci quello che cercano di far passare in Francia! I tempi non sono maturi, tanto vale mettersi l’anima in pace.
“Il grado di civiltà di una società si giudica entrando nelle sue galere”, disse Dostoevskij. Gandhi invece disse: «Si possono giudicare la grandezza di una nazione e il suo livello di avanzamento morale dal modo in cui vengono trattati gli animali». Lascio al lettore la libertà di costruire sillogismi tra scrittori, criminali, gente seminuda, bestie, serpenti a sonagli, paesi, civiltà e pollo tandoori e samovar, mescolando gli elementi a capocchione.
È un gioco tendenzialmente molto fertile.
Matteo Bordone
In Argentina che ho da poco visitato, le persone trattano benissimo i cani randagi e gli danno da mangiare le crocchette Eukanuba…sarebbero anch’essi disumani quindi…
si a ogni singolo paragrafo dell’articolo
peccato
l’ho messo sul mio sito, prendendo la traduzione dalla versione inglese di wittgenstein.
l’ho messo sul mio sito, prendendo la traduzione dalla versione inglese di wittgenstein.
http://giuggiolaliberatutti.blogspot.com/2013/02/we-lost-him-mario-monti.html
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