Ieri ho scorso l’articolone settimanale di Eugenio Scalfari su Repubblica che parlava di Europa, Dio, e temi così, e arrivato alle ultime righe sono rimasto un po’ spaesato. Dicevano così.
Allo stato dei fatti e delle idee siamo comunque arrivati a un punto dominato dal pluralismo non positivo ma molto confuso e contraddittorio. C’è soltanto un punto unificante, non dirò dell’intero universo e di tutte le galassie che lo compongono, ma nel nostro pianeta dominato dalla stella chiamata Sole.
Ok, ho pensato, dopo le preoccupazioni sul caos di questi grandi temi adesso Scalfari ci dice qual è il “punto unificante”. Che unifica addirittura tutto il nostro pianeta, così come questo è dominato dal sole, che è una metafora per il punto unificante. Vediamo.
La nostra vita di singole persone è dominata dalla stella Sole che determina l’equilibrio dei pianeti da lui guidati.
Ok, l’avevamo appena detto, no? O vuoi dire che non era una metafora? Il sole? La conclusione sul pluralismo confuso e contraddittorio delle nostre società e dei nostri tempi, è il sole? Hm, vediamo, c’è ancora qualche riga.
Leopardi è stato uno dei pochi a rivolgersi al Sole Creatore del bene e del male, dell’odio e dell’amore e soprattutto della malinconia. Rileggiamolo: non è soltanto un poeta, è l’anima, cioè la sostanza della nostra specie.
“Così tra questa immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.”
Fine. Leopardi? Col mare dell’Infinto? Non stavamo dicendo del sole? E comunque, quindi era davvero il sole (“creatore”), il “punto unificante”? È un articolo che dice che dobbiamo rivolgerci al sole, in questi tempi difficili? Che bisogna “dubitare che il Dio unico sia il Creatore dell’universo” e invece credere nel Sole?
Sono rimasto qualche secondo a rileggere, tra il divertito e il perplesso, e un “mah” in testa.
E poi ho realizzato che è il modo con cui vado concludendo metà dei miei post da anni, identico.