Una diffusa e paranoica cultura dell'”inciucio”, oltre a vent’anni di berlusconismo e antiberlusconismo, hanno seminato nelle teste delle persone di sinistra la centralità di Berlusconi in ogni scelta da compiere – una dipendenza, quasi – compresa l’elezione del presidente della Repubblica. Il termine “condiviso” utilizzato per proporre un presidente che possa essere apprezzato da una quantità più estesa possibile di italiani di destra o sinistra, sopra o sotto, è stato trasformato – con pratica retorica rodata, una specie di macchina del fango contro le parole che in Italia gode di molta applicazione – in un sinonimo di “traffichino”, un suggerimento di piccoli imbrogli dei potenti a danno di noi candidi cittadini, rivelandoci invece così per più traffichini e dietrologi nel pensiero di quanto lo siano partiti e politica che critichiamo (i danni fatti dalla cultura retroscenista dei media sono parte complice dei disastri che quella stessa cultura imputa a eletti o a elettori: ma il problema sono i letti e i lettori).
Pensare di eleggere alla presidenza della Repubblica un candidato inviso al centrodestra “per fregare Berlusconi ora che possiamo farlo”, o “per non farsi ricattare da Berlusconi”, è costituzionalmente del tutto legittimo, ma è il vero trionfo del berlusconismo: la sua reale vittoria, aver condizionato e convinto tutti, anche nel centrosinistra, che l’Italia debba essere divisa tra i suoi amici e i suoi nemici. È, ovvero, esattamente quello che avrebbe fatto il PdL se avesse vinto le elezioni.
Il vero antiberlusconismo oggi è fare le cose in un altro modo, non come le farebbe Berlusconi: è cercare di dire agli italiani che ci sono cose su cui si può invece essere d’accordo, e dimostrarglielo. È pensare a un presidente che sia apprezzato e ascoltato da più italiani possibile, e che non sia visto come un nemico: che sia visto come un amico. È già successo, per quanto non si possa piacere sempre a tutti. Il significato di “condiviso” è questo: non condiviso dai partiti, o dai loro leader, ma condiviso dagli italiani, che sono sessanta milioni, non i dieci milioni che hanno votato il centrosinistra: risultato che dà diritto a una maggioranza parlamentare e in teoria a governare, ma qui stiamo parlando dei sette anni che verranno e di un ruolo decisivo per i percorsi futuri di questo paese, non di traballanti ricerche di governicchi. Stiamo parlando di smettere di essere berlusconiani.
Stiamo parlando del dannato “futuro”, di scegliere un presidente come se volessimo migliorare l’Italia, con attenzione alle opportunità a medio e lungo termine, non al brindisi del giorno dopo e a trattative su maggioranze raccogliticce di cui stiamo diventando espertissimi calcolatori. Stiamo parlando, in fin dei conti, di quello di cui si riempiono la bocca molti sostenitori di questo o quel candidato “antiberlusconiano”: il rispetto delle regole e della Costituzione, che al suo articolo 87 dice
Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale.
“Pensare di eleggere alla presidenza della Repubblica un candidato inviso al centrodestra “per fregare Berlusconi ora che possiamo farlo”, o “per non farsi ricattare da Berlusconi”, è costituzionalmente del tutto legittimo, ma è il vero trionfo del berlusconismo: la sua reale vittoria, aver condizionato e convinto tutti, anche nel centrosinistra, che l’Italia debba essere divisa tra i suoi amici e i suoi nemici. È, ovvero, esattamente quello che avrebbe fatto il PdL se avesse vinto le elezioni.”
Sta di fatto che nel 1992 è stato eletto presdellarep il berlusconiano (ironico) Scalfaro, nel 1999 il berlusconiano (ironico) Ciampi, nel 2006 il berlusconiano (ironico) Napolitano e nel 2013 sarà eletto il (ironico per non piangere) berlusconiano …(?). Quel “per fregare Berlusconi ora che possiamo farlo” sta durando tutto il “famoso ventennio berlusconiano” di cui la sinistra si riempie la bocca perché ama fottere e chiagnere.
Il risultato è che il un quarto di italiani è contento ed il resto “legittimamente” odia il presdellarep e la rep.
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Il discorso sarebbe anche condivisibile, in linea di principio. Se però da queste considerazioni scendiamo verso la pratica, e facciamo i nomi, si capisce che questa è solo teoria. Faccio l’esempio di Stefano Rodotà, nome molto pronunciato in questi giorni (temo troppo pronunciato). Rodotà risponde ai requisiti esposti sopra? Secondo me sì. Sarebbe adatto ad essere il Presidente di tutti gli italiani, in grado di rispettare le istanze di tutti? Secondo me sì. Verrebbe accettato e votato dal PDL? No.
Io temo non sia questione di antiberlusconismo. Io temo che il PDL sia disponibile ad un accordo solo sul nome di Gianno Letta, o di qualche residuato alla Amato o Marini o D’Alema. E non credo che questo sia quello che vogliono (vorrebbero) i sessanta milioni di cui parli. Al PDL, di fare quello che dici tu, non frega nulla (preferiscono un Presidente di cui potersi lamentare, secondo me, per continuare a buttarla in caciara). Non frega nulla neppure a tanti del PD (che non sanno cosa fare, come al solito). I 5S sono impegnato a trovare un nome sul quale non si possa fare un accordo (lo hanno appena trovato). Renzi preferisco non commentarlo.
Siamo messi così.
No, non sono d’accordo. Spesso condivido il tuo (o suo) punto di vista Sofri, ma non questa volta.
Sono di sinistra, ma non tra quelli che dell’antiberlusconismo ne hanno fatto una bandiera. Bisogna però prendere atto che lui è un oppossitore politico molto forte, molto furbo, molto potente e molto traffichino, che con i suoi “giochi” molto utilitaristici continua a bloccare lo sviluppo del nostro paese (non che anche la sinistra non lo faccia, ma questo è un altro discorso). Non si può passare dall’ossessione che gran parte del popolo della sinistra ha avuto nei suoi confronti, al disinteresse, considerando questo comportamento come il vero e funzionale antiberlusconismo. No. Bisogna prendere atto della sua (di Berlusconi) durevole potenza e cercare di eliminarlo (politicamente, si capisce), emaginarlo, renderlo inoffensivo, metterlo in un angolo. Quello che tu (lei) dice è già stato fatto in passato e con i risultato che abbiamo visto (ad esempio, per non presentarsi come dei persecutori il centro sinistra non ha fatto la legge sul conflitto di interessi, D’Alema ha fatto con lui la bicamerale, e così via). Basta. Concordo con lei che ci vuole una strategia (e la sinistra spesso non la ha), ma la strategia non può essere ignorarlo, oppure fare le cose che lui vuole per (continuare) a dimosrare che non si è ossessionati da lui.
Mi sembra tanto quello che si diceva ai tempi della bicamerale e che i tardoni del PD ancora sostengono come inevitabile in quel momento storico (“Non si poteva ignorare chi era stato eletto da metà degli italiani…”). E’ tutto molto bello. In Svezia forse funziona…
Alcune sere fa, al Teatro Argentina, Umberto Orsini ha fatto (benissimo) la resistibile ascesa di Arturo Ui di Brecht; che le canta non solo a Hitler ma al disprezzo della democrazia, alle tecniche meschine di raccolta del consenso, al dominio dei ricconi e dintorni. In platea, placidamente assiso, se ne stava Gianni Letta (uno dei quirinabili!) che ha applaudito compunto i passaggi salienti come se niente fosse, come se fossimo lì solo per la prova d’attore. Sarà poi andato a complimentarsi nel camerino. Sono fatti così: digeriscono tutto, tutto depotenziano della forza vitale. Prendono dove c’è da prendere e poi buttano. Berlusconi l’ha fatto con tante persone del suo schieramento. Perciò è proprio questione di antiberlusconismo: nel senso che quel signore lì rende senza senso i bei discorsi di Sofri.
Micidiale: neanche un ragionamento soft, di buon senso (l’art. 87 della Costituzione), cercando di evitare in tutti modi di dare – anche solo l’impressione – di voler parteggiare per Berlusconi anzi, provando a dimostrare che è proprio in quel modo che si fa il suo gioco…
Niente da fare, come dice Odus si vuole, per la quarta volta, eleggere quello “contro”, quello che ci darà una mano “ad eliminarlo (politicamente, si capisce)”.
Solo che oggi siamo messi un po’ peggio del 1992, del 1999, del 2006.
Oggi si rischia grosso con Grillo&Casaleggio, la crisi economica e i soldi che sono finiti.
@LeonardoMusci, scusa, cosa vorresti dire?
Che siccome Gianni Letta è geneticamente sbagliato (insieme a Berlusconi e a qualche milionata di robot) bisogna eliminarli..?
Il dubbio che possa aver apprezzato (anche più di te) Orsini/Brect e che abbia persino una visione della società che, oltre ad essere altrettanto legittima della tua, piace a milioni di persone, non ti sfiora. Tu devi epurarlo…
La cosa sta assumendo caratteri quasi patologici.
D’accordo. Tutto giustissimo e condivisibile in principio. Ma una volta che proviamo a fare un nome che succede? Puoi provare a concretizzare la tua giusta critica all’ossessione anti-berlusconiana che ha incorporato il berlusconismo come visione del mondo? Un nome, o anche due, qualcuno che possa veramente rapprentare “l’unità nazionale”, che la Costituzione dà per assodata. E che invece è il vero busillis attuale rispetto a cui grillismo, berlusconismo e antiberlusconismo sono solo sintomi penosi. Se, come credo, siamo spaccati nella profondità del nostro stare assieme su questo Stivale, come si può pretendere che l’unità presupposta dalla Costituzione possa farci da linea guida?
Mi sento un po’ chiamato in causa da Ro55ma che mi ha citato, “elegantemente”, guardandomi dall’alto. E con ironia. Che non condivido. Perché è meglio specificare. Ci sono parecchie persone che lo farebbero fuori fisicamente, e credo che lo sappia anche tu.
Come anche altri post hanno ricordato, ci sono state diverse aperture e accordi con Berlusconi ed i suoi. Si è pure governato insieme per un anno. Quali sono i risultati?
Purtroppo i vari leader che si sono succeduti all’interno del Pd non sono stati capaci di sconfiggerlo politicamente e non credo che l’unico motivo sia l’acceso l’antiberlusconismo, oppure avere votate dei PdR invisi a lui. Questa risposta è troppo semplice.
Bisogna saper leggere il momento politico che stiamo attraversando. Berlusconi, a causa dell’età, per motivi giudiziari, e qualche piccola fronda interna, vive un momento delicato. Io ho votato a sinistra anche perché vorrei Berlusconi se ne vada e dia spazio ad una destra più presentabile. Vorrei che la sinistra trovi un sistema per destituirlo, e non credo che mettersi a fare accordi con lui sia la strada giusta. Tu perché hai votato a sinistra?
@Robdale: non ho mai votato in vita mia “anche perché vorrei che Tizio se ne vada” ma perché trovavo più coerente/giusto/buono/ecc. che Caio avesse il mio contributo. E a volte non ho votato proprio, perché non riuscivo ad identificarlo il Caio di turno.
Per quello che mi riguarda non ci sono Luigi XIV da destituire (e magari ghigliottinare) anzi, quell’approccio ha resuscitato il Cavaliere ormai spacciato e, come dice Luca, oggi sarebbe serio pensare invece alla condivisione degli italiani non all’epurazione dei (presunti) italioti che tifano Berlusconi.
Sull’ipotesi di governo di scopo che metta nella stanza dei bottoni PD e PdL, su poche cose chiare e concordate, fino alle elezioni 2014 io penso solo che sia meglio delle elezioni a luglio o di un governo di minoranza “sostenuto” da Grillini. Con la bicamerale o con il governo “tecnico” non ci azzecca, ovviamente.
Nonostante in molti lo neghino intorno a Berlusconi negli anni si è aggregata un’area politica, sociale, culturale, che non è riducibile a un branco di imbecilli e delinquenti. Una parte della cultura politica liberale, del mondo conservatore, un certo tipo di cattolicesimo politico, parte dell’area della destra più di destra, un pezzo scampato di socialisti, etc.. Ora o siamo in democrazia, e queste idee hanno cittadinanza, anche se possono essere diverse dalle nostre, e gli elettori che le sostengono sono cittadini come noi, che hanno convinzioni più o meno diverse, oppure ditemi voi dove siamo. Se siamo in democrazia e queste idee hanno cittadinanza, ed essere di destra, conservatori, oppure liberali, financo liberisti e persino leghisti, è legittimo, e merita lo stesso rispetto che merita essere di sinistra e centrosinistra, allora perchè non si può eleggere, dopo aver eletto Giorgio Napolitano che veniva dal Partito Comunista Italiano, un presidente che sia più vicino a un’area non di sinistra? per la sensibilità di una persona di centrodestra un presidente ex Pci, cosa sarà stato? perchè dunque oggi chi è di sinistra e di centrosinistra non può chiedere a sè stesso lo stesso che si è chiesto a chi non è di sinistra nello scegliere Giorgio Napolitano? accettare un Presidente che non appartiene alla sua area politica e culturale. Smetterla coi doppiopesismi. Berlusconi può sparire domani, ma il pezzo d’Italia che bene o male rappresenta esiste e se siamo in democrazia si devono avere con esso rapporti normali, di dissenso fra chi la pensa diversamente, di scontro politico, ma non di rifiuto totale, non di scomunica senz’appello, non di negazione tout court. Ha ragione Sofri, si batte Berlusconi praticando costantemente una politica radicalmente diversa da quella che pratica lui. Il berlusconismo è una certa modalità di fare politica, battere questa modalità non significa che il centrosinistra prende il potere – sono due cose diverse. Significa liberarci di una certa modalità politica e tornare a competere, vincendo e perdendo, in un altro modo. Il centrosinistra deve essere il cambiamento che propone nella pratica politica quotidiana. O non sarà mai credibile, si rivelerà sempre ipocrita e inaffidabile, agli occhi di chi lo vagli con senso critico. Per quanto mi riguarda prima si batte il così detto berlusconismo, poi si batte Berlusconi, ammesso che vista l’età sia poi necessario quest’ultimo passaggio.
Se poi si vogliono i nomi, ne faccio due che mi vengono in mente e che girano da tempo, ben diversi fra loro: Emma Bonino e Antonio Martino.
In linea di principio sarei d’accordo con Sofri e se la cosa si riducesse a “contrattare” con gli italiani il nome giusto, sarei d’accordo. Ma a contrattare c’è Berlusconi, che chiede cose, e persone irricevibili. Il che non vuol dire che bisogna abbandonarsi ai bassi istinti e rispondere a brigante con brigante e mezzo…però insomma, da parte di Berlusconi è difficile aspettarsi che accetti qualcosa di utile. Per l’italia, quantomeno.
Io concordo con Luca e mi pare che ci sia un po’ di fretta del valutare le mosse berlusconiane. Ovvio che finchè vengono proposti candidati di apparato o, addiriittura Prodi, il berlusca risponde con cotroproposte parimenti superpartigiane. Ma ricordiamoci che 7 annifa, alla fine diede il via libera per Napolitano.
E poi, non raccontiamoci storielle sulla Democrazia e le belle intenzioni: fino ad ora il PD si è mosso con un unico intento, ovvero avere un PdR che garantisca l’incarico incodizionato a Bersani e allontani il più possibile il rischio elezioni. Anche la chiusura totale verso un governo di scopo, unica soluzione razionale al casino attuale, puzza molto di mossa strumentale per mantenere intatte le speranze di Bersani.
@Ro55ma. Sto cercando di capire se le nostre posizioni sono poi così distanti. Chiariamo che stiamo parlando dell’articolo di Sofri, sul quale io non mi trovo, e non perché sono un Bersaniano o un iscritto al partito, o un fedele seguce della linea. Tutt’altro. Mi muovo libero da vincoli e, credo, pregiudizi. Come ho già detto, spesso concordo con la visione del mondo di Sofri, e il Pd mi ricorda uno di quei personaggi shakespiriani il cui fatal flaw purtroppo lo porta sempre a perdere. E mi pongo il problema. Come combattere questa deriva? Io sinceramente tutto questo antiberlusconismo che ci vedi tu (e Sofri) nell’ultima campagna politica del Pd non ce l’ho vista. Mi fate un esempio di quando Vendola, Bersani, Franceschini, Letta, Finocchiaro, D’Alema, Bindi, o qualcun altro del cx, ha nell’ultima campagna elettorale, cavalcato l’antiberlusconismo? O che hanno commentato duramente la posizione tenuta da Berlusconi contro i magistrati? Non vi rendete conto che Bersani sta facendo proprio quello che dite voi? Cioé fa finta che Berlusconi non esista!
Poi per quanto concerne l’anche votare contro, c’è tanta gente che lo fa. Come c’è tanta gente che vota turandosi il naso (apprezzo la tua nobiltà, quasi ultraterrena, nell’approccio alla politica), quindi bisogna rispettare questi elettori, come si rispettano gli elettori del cd, no?
Per quanto concerne Berlusconi e il berlusconismo, e concludo, sono due cose distinte, vero. Ed è qui lo snodo fondamentale. Io ceredo che per vincere le elezioni devi battere prima Berlusconi (senza di lui il suo popolo in parte si sfalda, lo abbiamo visto quando si è fatto da parte) e non il berlusconismo. Altrimenti siamo sempre lì a filosofeggiare fra di noi sugli errori che commettiamo. Io sinceramente mi sono stancato, non so tu.
Premetto che mi sono iscritto oggi e visto il tenore elevato dei commenti non vorrei farla un pò troppo semplice. condivido che per uscire dal circolo vizioso del berlusconismo che divide in pro e contro occorra proporre costantemente un altro modello, fatto di condivisione realmente democratica e non mercanteggiata; tuttavia “pensare a un presidente che sia apprezzato e ascoltato da più italiani possibile, e che non sia visto come un nemico: che sia visto come un amico” è difficile per tante ragioni alcune banali e altre meno.
E’ quindi difficile proporre un modello diverso ed al contempo non rincorrere condivisioni che mai arriveranno, annacquando progressivamente la propria proposta tanto da aver crisi d’identità profonde quanto quella dell’attuale PD
Una ragione non banale risiede nel fatto che molti (proprio perchè obnubilati dalla sopraccitata logica del pro/contro) si ostinano beceramente a considerare amico se quindi condiviso solo il nome a loro gradito.
E ciò vale in ogni ambito, in ogni discussione e non solo per l’individuazione del Presidente.In sostanza il compromesso democratico, la proposta di argomenti realmente condivisi, trova spesso scarsa apertura da parte di chi ha abbracciato la logica berlisconiana e non se ne vuol discostare.
Il pdl è una forza minoritaria guidata da un leader impresentabile: perché bisognerebbe trovare un accordo con loro? Per quale motivo sarebbe giusto scontentare gli elettori 5stelle ma non quelli di B? Dove sta l’interesse del paese nell’elezione di D’Alema? Non essendocene alcuno è ovvio e doveroso pensare ad una miope manovra di palazzo, in cui non si capisce nemmeno cosa abbia il pd da guadagnare. Rodotà sarebbe un ottimo presidente della Repubblica, super partes e onesto. Davvero non capisco questo tafazzismo per cui per non essere antiberlusconiani bisogna scendere ad inutili patti con gente che ha abbondantemente dimostrato di non avere alcun rispetto per le istituzioni.
@splarz. Condivido. Andiamo avanti. Non facciamo finta di farlo guardando poi lo specchietto retrovisore. Ho appena letto che Grillo ha aperto a Bersani (e al suo ipotetico governo) nel caso il Pd votasse Gabanelli come PdR. Il M5S ha avuto più vosti del PdL. È giusto confrontarsi prima con loro. Loro adesso hanno un nome, fossi in Bersani andrei a “vedere”. Se non è il primo nome, forse si può trovare accordo su un altro nome di quella lista del M5S. Se il PdL ci sta va bene, altrimenti ce ne faremo una ragione.
Ha ragione Splarz.
Infatti Sofri pare non considerare il problemino che per i berluscones i nomi “condivisibili” sarebbero Amato – D’Alema – Marini. Sai la novità.
@Robdale, tu scrivi:
Purtroppo i vari leader che si sono succeduti all’interno del Pd non sono stati capaci di sconfiggerlo politicamente e non credo che l’unico motivo sia l’acceso l’antiberlusconismo, oppure avere votate dei PdR invisi a lui.
Gli italiani erano spaccati in due, ora in tre, ma torneranno presto ad essere spaccati in due: destra e sinistra.
Berlusconi da un ventennio è alla testa dei destrorsi che da un secolo e passa sono sempre più numerosi dei sinistrorsi.
I sinistrorsi, dai tempi di Giolitti, Facta e poi di Mussolini, fino a quelli della DC dal 1945 al 1992, hanno sempre segnato sconfitte e non per difetto dei vari leader che si sono chiamati anche Togliatti e Berlinguer e non hanno mai sconfitto nessuno ma sono sempre stati sconfitti, semplicemente perché in Itralia i destrorsi sono stati e sono sempre i più numerosi. Senza truppe nessun leader può vincere. Quindi, non si tratta di sconfiggere “lui” con i leader giusti, ma di essere più numerosi degli avversari. Il che non è. Quando le contingenti condizioni elettorali trovano in spurio vantaggio i sinistrorsi al momento di eleggere gli Scalfaro, Ciampi, Napolitano ed il prossimo, non si eleggono degli “invisi a lui”, ma persone odiate da decine di milioni di destrorsi per sette lunghi anni.
Proprio perché l’Italia vive un’eterna guerra civile che va avanti da decenni.
E chi è laziale non sarà mai romanista come chi è interista non amerà mai il Milan.
Ed allora diciamocelo. Se si può fare un trabocchetto alle decine di milioni di nemici – non solo e soltanto a chi è alla loro testa – facciamoglielo con gioia, senza dire che è giusto così. E’ soltanto perché conviene di più alla parte che in un certo momento il trabocchetto lo può fare.
Con tanti saluti all’unità ed all’interesse nazionali.
Che ti devo dire signor Odus? Un doppio Amen. Al tuo commento e alle mie sgrammaticature.
Quoto Splarz.
Grillo ha appena aperto a Bersani su Rodotà. Forse è un’imboscata politica, ma a me sembra un nome valido e interessante. Giochiamocela questa partita. Il PDL è semplicemente vecchio e nel Paese e in Parlamento tira un’aria nuova. Guardiamo avanti a un’altro scenario.
Non è che ci capisca molto, ma m’era sembrato che Bersani cercasse uno spiraglio, un segnale per comunicare con il M5S. Voleva fare qualcosa all’insegna del cambiamento, insieme a loro. Questa storia di Rodotà mi sembra una risposta, o sbaglio? Che fai Bersani? La vedi questa carta? Let’s roll!!!!!!
“Il vero antiberlusconismo oggi è fare le cose in un altro modo, non come le farebbe Berlusconi: è cercare di dire agli italiani che ci sono cose su cui si può invece essere d’accordo, e dimostrarglielo. È pensare a un presidente che sia apprezzato e ascoltato da più italiani possibile, e che non sia visto come un nemico: che sia visto come un amico. È già successo, per quanto,,, ”
sono estremamente d’accordo, è esattamente quello che mi aspettavo: un coniglio nel cappello. ma ho l’impressione che qualunque mossa sia stata prevista e bloccata
Il direttore Luca analizza il sospetto il mercanteggiare della politica, ormai una moneta di scambio ricorrente tra la burocrazia contaminata sia da destra che da sinistra basta pensare agli elogi fatti in passato al Professore Monti, da parte di B. che dichiarava la paternità di aver scelto lui, nel metterlo nella commissione E. Naturalmente poi ci furono gli elogi di Bersani, che dopo, quando il Monti si mise in tasca l’assegno a vita di senatore giro repentinamente le spalle fondando un partito, che ora vuole cancellare, dopo una sconfitta. Ora un presidente eletto da facce travisate, da amici, ma contaminate da interessi che si traducono in ringraziamenti, del tipo aver votato in parlamento luogo sacro della democrazia: Ruby era la nipote di Mubarak- è il colmo, del male che alligna, che solo uno sfoltimento, una generazione di trentenni ed oltre possa dare una spinta, al cambiamento. Io credo che un presidente come la Gabanelli, possa fare bene alla nazione, inoltre sfoltirebbe lo spreco di denaro pubblico, che viene dato al Quirinale per le rappresentanza giuridica istituzionale. Il vero segnale di cambiamento da parte di questa tribù che siede in parlamento, non è per niente sentita. Ora il 19/04/2013 con l’elezione di una donna alla PdR di nome Gabanelli è l’inizio.
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