Attraversare sulle strisce

Stamattina ho scritto un tweet, che come tutti i tweet che si riferiscono a questioni complesse, rischia di essere equivocato e fuorviato. Quindi aggiungo qualcosa in più scrivendo su questo vetusto e prezioso mezzo, il blog.

Ok, facciamo tutto il giro delle premesse e dei contesti. Sono un grande fan e utente di Wikipedia: è una delle cose più importanti e utili prodotte da internet (altro che Facebook). Anni fa ci costruimmo intorno una rubrica, sul Foglio, e feci a suo tempo un’intervista piuttosto sdraiata a Jimmy Wales. Ho sempre scritto di quanto trovassi sciocche e capricciose le critiche alle inesattezze di Wikipedia che ancora arrivano da certi “signora mia, le enciclopedie erano un’altra cosa”: come trovo capricciose tutte le critiche ai servizi gratuiti basati sul lavoro di tanti generosi volontari, che nessuno è obbligato a usare. Wikipedia è un tesoro colossale, di cui si possono segnalare i limiti e gli errori, e bisogna esserne consapevoli, ma negare che sia un tesoro sulla base di quei limiti ed errori, è una sciocchezza. Spesso, poi, chi se ne lamenta è chi doveva fare il suo lavoro di giornalista o autore e l’ha trascurato copiando da Wikipedia, salvo poi scoprire che aveva copiato una cosa sbagliata.

Un’altra cosa da sapere è che Wikipedia riceve il contributo di tutti ma ha persone che ci lavorano molto seriamente e intensamente, sapendola molto più lunga di tutti noi sui suoi funzionamenti, difficoltà, contraddizioni. Le cose che io scrivo non le scrivo certo a loro – perché le sanno – ma per condividerle con gli utenti.
Il macrotema è Wikipedia italiana, che per ragioni ovvie di minore dimensione linguistica gode di minori risorse e minore lavoro, sia in termini quantitativi che qualitativi. E per la stessa preziosa natura partecipativa di Wikipedia non è possibile limitare le sue voci a poche cose fatte bene: sarà sempre molte cose, in parte fatte bene e in parte meno: probabilmente bisognerebbe investire di più di quanto non si faccia in revisione, controllo e censura, ma daccapo non ne so abbastanza. È una cosa che ho già scritto anni fa.

Lo dico con grande stima e riconoscenza verso i molti che hanno contribuito col loro lavoro a costruire le tante ottime e utili pagine di Wikipedia in italiano: ma il tasso di contenuti autopromozionali, parziali, sbrigativi e superficiali è imbarazzantemente troppo alto, e rende l’affidabilità e utilità complessiva imparagonabile a quella del servizio in inglese. La maggior parte delle pagine dedicate a personaggi contemporanei è evidentemente compilata da loro stessi, da loro uffici stampa o da loro fans, in totale mancanza di obiettività e, quel che è peggio ancora, di capacità di scrivere in italiano.
E anche pagine su temi altri vengono vessate da letture faziose e da curve, si tratti di travaglismi o allevismi o sa Dio cosa. So cosa direte, e cosa dico io sempre: intervieni e correggile. E ogni tanto lo faccio, ma è un’impresa titanica, qualcuno ci aiuti: e ho l’impressione che ci vorrebbe un po’ più di sorveglianza e censura da parte dei “professionisti” wikipedici. E so cosa direte: guarda il bicchiere mezzo pieno, le pagine fatte male fai conto non esistano. E avete ragione, ma vedere come uno dei più grandi luoghi di distribuzione del sapere della storia umana sia sfregiato e reso poco credibile – in Italia – per colpa di vanità e spiriti di competizione, è un po’ una delusione: per non parlare delle implicazioni pericolose di “voci che non lo erano”.

Ma ripeto, uno prende le misure: sa che è meglio controllare due volte quando si devono capire delle cose importanti, sa che non deve fidarsi dei toni enfatici di certe pagine personali. La considerazione che volevo aggiungere stamattina, per estendere una cautela su scala maggiore, è un’altra: c’è evidentemente un preponderante pensiero grillino/fattoquotidiano nella compilazione di molte pagine di Wikipedia sulla politica e l’attualità. Non c’entra con Wikipedia, ma con la sua natura: gli interpreti di quel pensiero e di quelle opinioni sono evidentemente compilatori più assidui delle voci di Wikipedia, e finisce che Wikipedia abbia sulle vicende e i personaggi italiani valutazioni che somigliano più a quelle molto personali, diciamo, di Travaglio o Di Battista che alla realtà.
(anni fa lo notò anche il Giornale, pensa tu, chiamandola “sinistra” perché era antiberlusconiana)

Vale la solita risposta: è stupido protestare dal divano, Wikipedia è aperta a tutti e tutti possono fare lo stesso lavoro con maggiore aderenza alla realtà e minore pregiudizio. Ma è anche vero che su molte di queste cose non è facile, non è vero che “basta un minuto”: anzi, a fare le cose bene serve più tempo che a fare le cose male, bisogna fare ricerche, studiare, capire, trovare le formulazioni giuste, non riassumere un articolo del Fatto: oppure avere inclinazioni come queste. E peggio sarebbe se si muovessero su Wikipedia simmetriche brigate di faziosi rivali, come già è sembrato avvenire di recente in altri spazi. Quindi il mio tweet – che era già stato preceduto almeno da questo post del 2014 di Alessandro Parodi – voleva solo dire: occhio, che su questo genere di temi (non sulla rotazione terrestre, no: o almeno non ancora) è meglio consultare anche altre fonti.

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