Con la testa nella scatola

Non è con un faticoso e assiduo lavoro di riparazione e sistemazione di problemi, per quanto benintenzionato ma affidato a una maggioranza fragile, che cambierà il catastrofico stato di cose italiano. Non è Enrico Letta, persona matura e intelligente ma che non sta mostrando nessuna rispondenza tra l’annunciato e il compiuto, ad avere la forza e forse neanche l’indole per trasformare un paese in declino e consolidata mediocrità, privo di voglie e ambizioni e capacità di impegno, in uno che sia all’altezza dei suoi simili Occidentali (e ci sono stati periodi in cui l’Italia lo è stata, pur con le sue tare). Anche illudendosi che questo governo riesca a realizzare il suo progetto di bricioline – e non lo realizzerà, per limiti naturali di cui in parecchi avvisammo e si confermano -, per ogni briciolina raccolta gli si sfarina una parete intorno.

Tendo a pensare ancora che siamo spacciati, e questo è il paese che avremo tra venti e cinquant’anni, nel migliore dei casi: pur con la contraddizione spettacolare tra la disperazione razionale e l’insistenza istintiva, per la quale sto comunque qui a scrivere e pensare queste cose. Dell’aspirazione a “Un grande paese” dissi che però bisognava cominciare a lavorarci il giorno dopo, e anche svegliandosi presto la mattina: e invece siamo ancora lì, e ognuno coi suoi pezzi di responsabilità.

Sono guardingo rispetto all’estremismo senile, quel punto della banale parabola generazionale che dopo averti fatto essere ribelle e poi notaio, ti fa invecchiare ribelle di nuovo, con l’aggravante del ridicolo: ne vedo parecchi. Però, lucidamente, credo ancora che – in inevitabile assenza di palingenesi più drastiche – l’Italia non sia correggibile senza cambiamenti di approccio veri e gesti rivoluzionari, simbolici e concreti. “Think out of the box”, dicono gli americani con efficace espressione che suggerisce la necessità di staccarsi dall’abitudine al pensiero pigro e consolidato, dal “fare le cose come le abbiamo sempre fatte” e dall’affrontare i problemi con gli schemi che hanno fallito finora, solo mescolando carte o persone.

Non vedo all’orizzonte – e questo prescinde da, e rende irrilevanti, tutte le simpatie, antipatie, condivisioni o diffidenze che si possono avere per lui o quel che dice – nessun altro che suggerisca un’ipotesi di diverso approccio, salvo Renzi: e quel che stiamo facendo ora mi pare una colpevole e pericolosa perdita di tempo (ma ormai neanche i pericoli esistono più, siamo oltre). Non c’entra con nient’altro, questo ragionamento, se non con la logica constatazione di una serie di testardi fallimenti e della necessità di fare una doccia e trovare un nuovo parrucchiere, quando si è ridotti da fare schifo.
Poi magari è solo estremismo senile.

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23 commenti su “Con la testa nella scatola

  1. alve

    (almeno) Un’intera generazione è costretta a pensare “out of the box” quasi ogni giorno per reinventarsi positivamente in questo paese nonostante le macerie che le cadono addosso.
    Credo che sarebbe già sufficiente se questa triste combriccola dilettante (classe dirigente mi pare francamente troppo generoso) si facesse da parte, senza però indicare, consigliare, caldeggiare soluzioni come non sembrano in grado di evitare di fare.
    Non intendo uno sterile repulisti alla Grillo, ma le forze di un cambiamento oso sperare che ci sarebbero, almeno a sinistra. Penso a Civati, forse a Renzi, e a tutta la buona volontà in giro, se non fosse frustrata sistematicamente.
    Però ci vogliono molte meno parole e più fatti.
    E giornalisti che di questi rendano conto laicamente, lasciando un po’perdere il rincorrersi delle dichiarazioni se non per verificarle.

  2. MaBi

    Renzi chi? Quello che 4 mesi fa era pronto ad andare lui al governo al posto di Letta, insieme ad Alfano e tutta la compagnia circense delle larghe intese? Che non e’ andata cosi’ solo per il veto posto da Berlusconi?
    E questo per te sarebbe una cosa “estremista”…

  3. silvia.pitt

    Bhe, in realtà mettersi al servizio del paese, guidando un governo di coalizione, per cui di fatto sminuendo la sua immagine personale, accantonando mire di salvatore della patria, poteva forse essere la cosa più estremista in quel momento. Peraltro in generale guidare un governo di coalizione è estremo, trattare con Alfano vicepremier e vedere la Bonino costretta a giustificare un pasticcio Afghano è psicologicamente più estremo che scalare l’Everest a mani nude. Only the brave

  4. hdr

    “Tendo a pensare ancora che siamo spacciati, e questo è il paese che avremo tra venti e cinquantanni, nel migliore dei casi”

    E’ questo il punto. In un paese dove le istituzioni non funzionano, le leggi non ti proteggono e il mercato del lavoro è bloccato e contorto su se stesso, l’unico motivo per restare in Italia è la possibilità di sfruttare a proprio vantaggio il sistema. Ad esempio, approfittando della famiglia (lo dico senza malizia e fa parte della nostra cultura), e/o del sistema lavorativo italiano che offre (a chi ha la fortuna di esserci dentro) contratti intoccabili e professioni ancora molto convenienti da fare.

    D’altro canto, ascese sociali come quelle viste durante il boom economico non dico che siano impossibili da fare, ma estremamente difficili. L’idea di studiare e fare una buona carriera è sempre meno realistica e le prospettive economiche e lavorative (per chi non è paraculato, s’intende) a 30 anni sono comunque pessime – se prendi 1500 euro al mese sei considerato privilegiato, quando un trilocale a Milano ne costa 400 mila.

    Perché non c’è la rivoluzione? Perché in molti casi alla fine il trilocale te lo comprano i tuoi genitori. Ma è un sistema che non può funzionare ne durare a lungo.

    Renzi o non Renzi, proviamo Renzi, ma la mia generazione (ho 27 anni quest’anno) è già fottuta. E quelle a venire sono messe anche peggio.

  5. MaBi

    Caro peraltro direttore, come tu ben sai di questi tempi e’ diventato difficile in Italia discriminare tra notizie vere e notizie che non lo erano. Io questa cosa su Renzi l’ho presa per vera, e in base a questo c’ho messo una pietra sopra al Renzi. Non era vero? Boh… la proposta c’era di sicuro ed era seria, non un retroscena inventato, ricordo che se n’era parlato anche sul Post (sono andato in cerca, il 23 aprile ci sono due articoli intitolati “Io non lo farei” e “L’uomo e’ giusto ma il momento e’ sbagliato”). Il dubbio puo’ esserci sul perche’ non sia andata in porto ma non ricordo certo smentite o rifiuti sdegnati da parte del nostro.
    Comunque il suo momento verra’, ormai manca poco, ma tanto andra’ a finire che poi ci divideremo tra “avete visto? e’ uguale agli altri” e “cosa poteva fare? non si rimedia in due anni a decenni di errori” :-(

  6. Robdale

    Condivido il pessimismo e lo sconforto di Sofri. Questo è un paese da rivoltare come un calzino. Ed è per questo che sono più pessimista di lui. Io credo infatti che nessuno ci possa riuscire. Neanche Renzi. Perché non glielo permetteranno. Basta voltarsi un po’ indietro. Appena si iniziano a toccare gli interessi delle lobby, degli industriali dei sindacati, e così via, queste stesse lobby cercheranno appoggi all’interno del parlamento con tutte le manfrine a seguire. L’unica per me è cambiare le regole di governo, chessò, ridurre il numero di parlamentari, riformare il senato, creare le condizioni per governare, anche a rischio di intervenire un po’ sulla costituzione. Creare però un governo più agile, anche se più autoritario. E questo poteva essere il compito del governo attuale. Creare le basi per il rilancio economico e morale del paese. Prendere delle iniziative anche impopolari, in virtù del fatto che l’impopolarità avrebbe colpito in parti eguali entrambi gli schieramenti. Ed invece questo governo non è altro che la continuazione della campagna elettorale, specialmente fra quelli del Pdl. Che schifo. Non pensavo di dover rimpiangere i democristiani.

  7. Lazarus

    Io non posso credere che persone intelligenti e competenti possano ancora dar credito a Renzi addirittura attribuendogli ‘unico progetto sensato (ma quale progetto? quello di diventare lui il capo di tutto?). Ma dico, a parte una campagna elettorale personale che dura da mesi cos’altro sta dicendo di tanto progettuale? E’ bravo perchè infama ogni due parole il gruppo dirigente attuale? mi sembra uno sport semplice da praticare oggi.
    Ma guardate come (non) sta svolgendo il compito che fino a prova contraria è l’ultimo e l’unico che gli è stato affidato dagli elettori. A parte ovviamente il farsi bello quando serve, tipo andare a Londra a magnificare quello che non c’è invece di (mettete voi il verbo che volete tanto vanno tutti bene).
    Ok scusate, da fiorentino mi sono sfogato un po’, ma gli è che qui lo conosciamo meglio di altri.

  8. uqbal

    Io sono solo un filo meno pessimista. Ma solo perché penso che stiano finendo quelle risorse che ci fanno da paracadute.
    Oddio, potremo finire nell’isteria più nera, come la Grecia, ma chissà. Abbattere un’economia come quella italiana non è una cosa che si fa da un giorno all’altro, anche se abbiamo fatto degli enormi passi avanti, in questo senso (tali per cui il terreno potrebbe franarci sotto i piedi molto rapidamente).

    Quel che mi dà da pensare è la piramide demografica. I venti-trentenni e pure i quarantenni di oggi sono troppo pochi. Demograficamente l’Italia ha un solo obiettivo: la pensione. Il lavoro è una preoccupazione di meno gente (anche se si tratta di quelli che le pensioni le stanno pagando a tutti).

    Purtroppo la dialettica demografica secondo me rischia di spiegare molto. E non è neanche che le richieste dei pensionati e pensionandi siano irragionevoli o fanatiche o egoiste (qualche volta sì, ma solo perché a batter cassa qui siamo tutti bravissimi), ma semplicemente perché se al posto di un pensionato per tre lavoratori, ci sono tre pensionati per due lavoratori, non rimangono soldi per tutti.

    E questo è solo un ambito…poi bisognerebbe parlare di interessi consolidati, e anche là ci sono delle faglie abbastanza nette.

  9. Enrico

    Sarà; ma vedo un cospicuo numero di personaggi piuttosto inscatolati supportare Renzi con grande convinzione.

  10. piero.vereni

    Caro Peraltro Direttore, questo tuo incaponirti su Renzi proprio non si riesce a capire da dove ti venga. Hai sempre dimostrato notevole intelligenza e, appunto, capacità di pensare fuori dalla scatola. Com’è che ti sei fissato con quello più inscatolato di tutti? Un collega in corridoio (uno autorevole, eh, mica come me) diceva ieri mattina: “Stanno mollando Berlusconi e andranno in fila a votare quello che più gli somiglia, Renzi”. Non sei mai stato – e per questo ti ho sempre apprezzato – un membro del partito antiCav, e quindi insisito: cos’ha di così nuovo questo Renzi, oltre alla carta d’identità? Dimmene una, ti prego, una cosa del renzismo che sarebbe “fuori dalla scatola” e che porterebbe coloro che lo sostengono nella stessa direzione. Il tuo endorsment alle ultime primarie non ha fatto che gettare fumo sul fumo.
    Con sincera e incrinata stima,
    pv

  11. Robdale

    @Lazarus
    Questa storia “io sono di Firenze lo conosco bene il MR non vi fidate” non ha senso. Anzi. Sicuramente non sarà il tuo caso, ma spesso è un modo poco corretto di screditare le persone. Ho tanti amici fiorentini di diversi orientamenti politici che invece ne parlano bene. Quindi, sia a Firenze che fuori, ci sono i denigratori o i sostenitori. Se poi mi vuoi dire che ha amministrato male la città e quindi è poco credibile come PdC, allora fammi degli esempi un poco più concreti che il fidarmi della tua parola (senza offesa). Tipo: le strade bucate, gli autobus funzionano male, i giardini sono sporchi, le giostre dei bambini sempre rotte, eventi culturali inesistenti, traffico infernale e così via.

  12. spago

    Boh.. io ho votato Renzi alle primarie e ad oggi penso che lui e Civati siano le uniche due forme di vita nel Pd.. però ho dei dubbi – diversi – su entrambi..

    Tiro fuori quelli su Renzi, anche in risposta agli commenti.. di lui apprezzo la capacità che ha dimostrato imponendosi a livello nazionale in questo modo, unica figura del centrosinistra a mia memoria che vi sia riuscita in era berlusconiana, sparigliando le carte e spostando almeno un po’ la discussione dal fulcro Berlusconi. Apprezzo che avendo l’ambizione di arrivare in alto abbia dimostrato l’intelligenza e l’umiltà di mettersi a studiare comunicazione, individuando nell’incapacità su questo piano una grande debolezza del csx e una grande forza (anche x via del conflitto d’interessi) del cdx. Apprezzo quindi le capacità, il carattere, l’intelligenza, la determinazione, l’ambizione che ha dimostrato, nuove rispetto alla mediocrità dei Bersani, D’Alema, Bindi, Franceschini, Fioroni, Finocchiaro, etc..

    Apprezzo poi il coraggio con cui ha sostenuto a sinistra le idee non molto accettate di Ichino.. credo che Ichino sia persona straordinaria, che le sue proposte siano molto buone e potenzialmente rivoluzionarie, ma non voglio entrare nel merito.. dico solo che Ichino rappresenta(va) per me uno dei motivi principali per votare il csx di Renzi. Il fatto di aver fatto sua una proposta da un lato molto discussa e dall’altro secondo me di grande valore mi fa pensare che Renzi sia un politico capace di prendere e tenere posizioni difficili (ribadendole per es. anche in faccia alla CGIL) e di riconoscere le proposte valide.

    Infine apprezzo il suo guardare a tutti gli elettori italiani (è apprezzabile già anche solo uno del Pd che guarda fuori dal partito stesso ormai!), il cercare i voti di chi ha votato anche cdx alle scorse elezioni.. mi sembra che il “racconto” di Renzi sia il contrario di quello berlusconiano, quello del “ci sono due Italie, un’Italia dell’amore e una dell’odio”. C’è un solo paese, una sola democrazia, tutti gli elettori sono uguali, non ci sono gli italiani che amano l’Italia e gli italiani che la odiano, siamo italiani tutti quanti. Nel chiedere i voti di tutti, e più in piccolo anche nella battaglia per le primarie aperte, c’è una forma di rispetto per tutti, c’è un senso di democrazia che mi piace e che mi sembra esterno al pensiero unico berlusconiano-antiberlusconiano. C’è il tentativo di dire agli italiani, preoccupiamoci dell’Italia, del nostro paese, del nostro presente e futuro, assumiamo una prospettiva meno berluscocentrica, ampliamo il campo visivo.

    Però.. anche lasciando stare i temi “radicali” su cui magari le mie idee strafavorevoli sono quasi solo mie, e su cui Renzi è assente o contrario (dall’eutanasia agli ogm, dal matrimonio-adozioni gay, al ripensamento dei rapporti col Vaticano, dalla riforma della giustizia alla legalizzazione delle droghe..), e ricordando che almeno sostiene l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.. basta sentire un suo intervento per farsi venire qualche dubbio. Non mi pare che le accuse di superficialità, di fare discorsi vuoti, di cavarsela con una battuta quando dovrebbe dare risposte precise, siano false. E nel complesso molti suoi atteggiamenti danno un’impressione di reticenza, ambiguità e inaffidabilità. Se Renzi dev’essere un rinnovatore il politichese lo deve bandire dalla sua bocca.

    Non me la sto prendendo con le comparsate tv nelle trasmissioni Mediaset, ne con le foto alla Fonzie et similia.. ma queste cose vanno bene solo se accanto emergono preponderanti, chiari, forti, suggestivi, convincenti, contenuti. La mia impressione è che più si apre la possibilità di una sua effettiva ascesa, meno dirompenti, meno nuove, meno convincenti si fanno le sue parole. Più viene il dubbio che la sua sia un’ambizione per sè, più che per l’Italia.

    Mi chiedo poi anche quale squadra possa schierare Renzi. Credo che la grandezza di una politico e quindi le sue possibilità di successo si misurino anche dalle persone assieme a cui si propone di lavorare: Ichino è una figura di notevolissima caratura.. ma è un rapporto ancora in piedi? Renzi sostiene ancora le sue proposte? e poi? Yoram Gutgeld? chi altro? Sarebbe bello che queste figure fossero scelte solo sulla base della competenza e della coerenza a un progetto di fondo. È passato ormai molto tempo da quando è arrivato alla ribalta, Renzi dovrebbe fare più chiarezza su molti temi. Credere davvero che sia arrivato il rinnovamento non è facile, siamo tutti inevitabilmente scettici e con tutte le ragioni, quindi abbiamo diritto di essere molto esigenti nei suoi confronti. Io personalmente non sono così convinto.

  13. cardigait

    @Lazarus, come ti hanno detto altri, una persona non rappresenta una città.
    Conosco molti fiorentini, e io sono tra questi, che sono soddisfatti se non entusiasti di questo sindaco.
    Di quello che ha fatto, e di quanta in luce ha riportato Firenze.

    Cosa farà e se farà bene non lo si dire, che sia anni luce più presentabile dei catafalchi di questi ultimi anni mi sembra scontato, anche perchè ci vuole veramente veramente poco.

  14. cardigait

    chiedo venia per l’italiano orrrrendo, sono abituato a scrivere di getto e a poter correggere i commenti. qui nun se pò, la prossima volta conto fino a cinque.

  15. andrea61

    Se ci focalizziamo sulle persone, per quanto importanti e necessarie, non andiamo da nessuna parte.
    Il paese e’ sotto anestesia ed e’ il sistema intero a tenerlo in tale condione.
    E’ venuto Olly Rehn e ha tenuto un importante discorso al Parlamento. Ha parlato di riforme che attendono da 20 anni, di liberalizzazioni, di come l’Italia sia il malato d’Europa a casua della crescita nulla.
    Che messaggio e’ passato su tutti gli organi di informazione ? Che il problema e’ il rapporto deficit/PIL ovvero la grande nuvola che viene posta tra gli italiani e la realtà per far sì che nulla cambi veramente nel paese. Tuuti , dai partiti ai sindacati ai politici ci ripetono che di austerità si muore, ma l’austerità e’ solo il prezzo che dobbiamo pagare chi vuole che nulla cambi.

  16. Armando

    Articolo molto ben scritto, conciso e seducente, ma sbagliato nella sostanza.
    I vizi italici sono sempre gli stessi, noti e risaputi da decenni.
    Perché mai dovrebbero aver provocato guasti profondi all’economia del paese proprio negli ultimi 10-15 anni?
    Colpa della globalizzazione? E’ perché mai?
    La maggior parte dei paesi in via di sviluppo è entrata nella Wto. Secondo le classifiche del Fondo Monetario vi sono dei paesi dell’Africa sub-sahariana che hanno indici di libertà economica superiori agli Usa (ah, quanto bene fanno le riforme!)
    Vogliamo sostenere che questi paesi, quanto a istituzioni, capitale fisico e umano sono messi megli dell’Italia per affrontare i perigliosi mari della competizione globale?
    Difficile sostenerlo.
    Se vogliamo andare a vedere cosa c’è stato di nuovo in questi ultimi quindici anni non dobbiamo guardare alla Cina, ma all’Europa, anzi, alla Germania, nostro maggiore concorrente e importantissimo partner commerciale.
    Cosa hanno fatto i tedeschi? Alcune interessanti riforme del lavoro. Riforme che gli hanno consentito di ottenere una minore inflazione rispetto all’Italia.
    In condizioni normali, 20 anni fa, non sarebbe stato un problema: i tassi di cambio delle monete tendono infatti ad aggiustarsi in modo da mantenere un certo equilibrio delle partite correnti.
    Ma se i cambi sono fissi, no. Questo meccanismo di aggiustamento non è più disponibile. Se un tuo concorrente deflaziona, devi deflazionare anche tu. Altrimenti, i tuoi manufatti vanno fuori mercato.
    Ed è quello che successo. Un differenziale di inflazione del 20% che si è tradotto in una voragine negli scambi commerciali con la Germania, che ci è costata diverse centinaia di migliaia di euro e una contrazione del Pil dello 0,6% all’anno per, appunto, una quindicina d’anni.
    Prevengo coloro che interverranno per magnificare le grandi virtù alemanne: le varie riforme Hartz non sono state a costo zero (le riforme a costo zero esistono solo nella fantasia degli economisti de lavoce.info). Hanno dovuto sganciare parecchi punti di Pil, ma questo gli ha consentito di deflazionare il mercato del lavoro. Sono quindi state chiamate riforme quelli che in realtà erano dei banali (e proibitissimi) sussidi all’industria, erogati al solo scopo di incrementare le esportazioni tedesche a scapito dei partner europei.
    Questo per quanto riguarda l’aspetto tecnico, fattuale, della crisi italiana.
    Se invece ci si domanda perché le cose sono arrivate fino a questo punto, beh, in questo caso è molto difficile dare una risposta.
    I motivi per cui le classi dirigenti dei partiti della sinistra abbiano partecipato gioiosi alla distruzione dei posti di lavoro e, di conseguenza, dei diritti dei lavoratori, sono molto complesse.
    Sostanzialmente, però, si può ricondurre il tutto a una semplice realtà, ovvero parliamo di una classe dirigente che non si è certo formata al crocevia di grandi conflitti storici ed economici. E’ gente nata mediocre, che nella vita ha fatto carriera senza meriti, semplicemente cercando di stare a galla il più a lungo possibile.
    Mi ricordo che una decina d’anni fa ebbi un’accesa discussione con una dirigente di un sindacato europeo pronta a barattare i posti di lavoro quaggiù in cambio di nuovi posti di lavoro laggiù (Eh, signora mia, è la globalizzazione, non si può arrestare, bisogna cavalcarla…).
    L’idea allora mi sembrò una vera e propria bestemmia; un po’ come un medico che ti inocula un altro po’ di batteri o di virus contro cui stai faticosamente combattendo (per stimolare una reazione positiva e vitale!), ma tant’è. Certo, sullo sfondo si poteva leggere, seppur distorta, una sorta di fratellanza fra lavoratori globali, dove i più “ricchi” si sacrificavano a favore dei più poveri. Solo che a questi ricchi operai (abbarbicati ai loro posti di lavoro obsoleti) nessuno aveva chiesto nulla.
    Il domani non si prospetta tanto meglio, se la maggiore novità della politica italiana sono un gruppo di individui che scambia i pensierini per l’anno nuovo (“Caro Gesù Bambino, vorrei un mondo dove…) per un programma politico. (Ma dove, su cosa si è formata questa gente?)

  17. metiu

    @Spago

    Non vorrei deluderti ma pare che la macchina elettorale del Renzi in cerca di voti a sinistra stia rinnegando l’unico motivo del tuo sostegno http://www.huffingtonpost.it/2013/09/06/matteo-renzi-a-caccia-di-tradizione-pci-cgil-sulle-tracce-di-berlinguer_n_3880098.html. Un colpo de qua’ ed un colpetto della’!

    @Luca Sofri
    Quale sarebbe l’approccio “diverso” di Renzi? Magari non la seguo abbastanza e non vorrei farla ripetere ma mi capita solo di leggere suoi post a favore di Renzi dove pero’ non spiega il perche’.

  18. granmadue

    In sintesi: l’Italia la può salvare solo un nuovo uomo della provvidenza.
    Bella idea. Soprattutto originale.

  19. Lazarus

    @Spago, ottima analisi che mi trova d’accordo su molti punti, la tua frase “più si apre la possibilità di una sua effettiva ascesa, meno dirompenti, meno nuove, meno convincenti si fanno le sue parole” è lo specchio esatto di ciò che è accaduto a Firenze e delle differenze tra il prima e il dopo. Gli è che Renzi è essenzialmente di formazione ed estrazione di cdx, sta con il csx solo perchè a Firenze funziona così, il potere si raggiunge solo stando dalla parte giusta. Fosse lombardo o veneto sarebbe di sicuro dalla parte opposta. Renzi si trova più a suo agio con industria, finanza e gente di potere che non con il mondo del lavoro, le parti sociali o i lavoratori e pensionati in difficoltà. Mai visto farsi carico delle tante, troppe, crisi aziendali e lavorative dell’area. Non è una colpa né una critica intendiamoci, è solo una constatazione, ognuno di noi fa lo stesso secondo le proprie tendenze, opinioni e inclinazioni.
    Non metto in dubbio che anche a Firenze ci siano persone che lo apprezzano e lo stimano. Mi pare che ce ne siano più a destra che a sinistra, ma questo ovviamente non vuol dire nulla perchè oramai sta passando senza colpo ferire questo trend del cercare voti in tutte le aree appianando le differenze che, nononstante i Renzi e i renzini, ci sono e ci saranno sempre più. Come dire, per arrivare al potere l’unica è mimetizzarsi, rinunciare ai nostri valori per piacere a tutti a prescindere, una specie di larga intesa di base che è ovvio finirà sempre per pendere verso destra (non servono parole per spiegarne i motivi perrchè li vediamo con i ns occhi). Sarà anche il futuro ma a me non piace.

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