Avevamo scherzato

Un articolo di Luciano Capone sul Foglio di ieri mi ha messo al corrente del fatto che anche un’ulteriore perizia giudiziaria ha escluso ulteriori ipotesi torbide sulla morte di Imane Fadil: scrivo della mia personale scoperta della notizia perché mi trovo ad essere la dimostrazione concreta di quello che scrive Capone, ovvero del fatto che la notizia fosse relegata in posizioni poco visibili sui quotidiani, o inesistente, e che quindi a me e a molti fosse sfuggita. E la sproporzione col trattamento della morte di Fadil, due anni fa, è spettacolare.

Imane Fadil era morta a marzo 2019 in ospedale, per cause non comprese dopo una lunga malattia. Aveva 35 anni, aveva fatto la modella, aveva frequentato le compagnie di ragazze legate a Silvio Berlusconi, e per questo avrebbe testimoniato anche lei in uno dei processi contro Berlusconi stesso. La sua morte e questo appuntamento giudiziario avevano scatenato con un’accelerazione e un’acquolina in bocca affannose una serie di titoli e prime pagine la cui sintesi suggestiva era, su quasi tutti i maggiori quotidiani e per diversi giorni, “una ragazza che avrebbe accusato Berlusconi è stata uccisa, avvelenata nel modo in cui gli uomini di Putin, l’amico di Berlusconi, avvelenano i loro nemici”: si era parlato senza nessun fondamento di sostanze radioattive, di cobalto, tutte cose smentite. Trovate quei titoli, quegli articoli e quel clima qui e qui. Ridateci un’occhiata.

La demolizione di tutte quelle ipotesi giornalistiche aveva permesso a Marina Berlusconi di scrivere un’accorata e indignata lettera contro i quotidiani in questione, con piene ragioni. Il risultato accessorio – non bastassero le falsità raccontate o evocate nelle teste dei lettori – era stato quindi di permettere alla famiglia Berlusconi, editori di una ricca quantità di testate che sono state capaci negli anni di diffondere falsità e scorrettezze persecutorie della stessa risma, di mettersi dalla parte della ragione contro l’informazione scellerata e segnare un punto contro chi li aveva criticati per anni.

Adesso una coda delle indagini su quella morte ha escluso altre possibilità sospette. “A pagina 37”, come dice il Foglio. Rimane un’assenza, oltre a quella tragica di Fadil, ed è di qualcuno di cui fidarsi nell’informazione maggiore.

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