Con i tempi che corrono, 24 texani in tunica bianca potrebbero essere un incontro assai preoccupante per qualunque cittadino democratico, figuriamoci per quelli delle minoranze. Ma le reazioni sono state piuttosto sull’attonito, quando tutti e ventiquattro sono stati visti a... Continua
Morgan matto da legare
“Svincolarsi dalle convinzioni, dalle pose, dalle posizioni”: provo a prendere Morgan in parola. Provo a sottrarmi a un’impressione di antipatia e spocchia, a un pregiudizio sulle sue capacità derivato dalla lettura di qualche intervista, da qualche volta che l’ho visto in... Continua
L’arte del nastrone
In giro c’è un grande rimpianto per quelli che qualcuno su internet ha chiamato “i nastroni”. Ognuno le chiamava come capitava, le cassette-compilation autocompilate, spesso a fini di corteggiamento, oppure solo per uso personale, che si facevano soprattutto da ragazzi,... Continua
Damien Jurado – Where shall you take me?
Quando una bambina di tredici giorni sarà grande, le racconteranno che con questo disco si addormentava. Le diranno che nei momenti più difficili di quell’intenso periodo della sua vita, quando il papà cercava di convincerla con argomenti solidi e razionali... Continua
Lisa Germano – Lullaby for liquid pig
Chissà com’era Lisa Germano quando aveva tredici giorni. Com’era il suo papà. Se immaginava che da quelli strilletti la bambina avrebbe tirato fuori questa voce sussurrata, che viene da chissà dove. Chissà se le filastrocche che le cantava lui somigliano... Continua
Richard Hawley – Lowedges
Come lo vorreste, vostro papà, se foste una bambina di 13 giorni? Non lo vorreste grande, protettivo, con una voce profonda e dolce? Non vorreste che vi cantasse “Oh my child, it’s been a while”, quando torna a casa, la... Continua
Simply Red – Home
Certo, a voi i Simply Red ricordano una certa stucchevolezza sintetica degli anni Ottanta, volatili e spensierate canzonette che a insistere oggi paiono datate, e poi lui abitava pure a Milano, per colmo di sfacciataggine, e le modelle, e le... Continua
Il signor Lehmann
“Brunch, già la parola fa schifo, solo a rifletterci un po’ su, pensò, cosa diavolo significa, brunch, brunch, forse se l’è inventata un inglese con il singhiozzo,. Ma ancora più piccolo borghese e più tremendo della parola brunch è il fanatico... Continua
Il senno di noi
Che ci siano persone disposte a tagliarsi una mano per dimostrare di avere avuto ragione, che “l’avevo detto” e “chiedete scusa” abbondino sulle bocche, eccetera, si sa. C’è chi è arrivato a sperare che vincesse Saddam, pur di averla vinta. Non... Continua
M. Ward – Transfiguration of Vincent
“Ma un nome non ce l’ha?”, hanno detto i soliti disfattisti, la corrente buona solo a criticare e fare opposizione. Quelli pronti per l’alternativa di governo hanno ignorato la contestazione e hanno segnalato che comunque si chiami di nome, il... Continua
Songs: Ohia – The Magnolia Electric Co.
“Va bene Neil Young, ma qui si esagera”, ha detto uno, pensando di fare lo spiritoso. Ma su queste cose non si scherza: se dopo torme e schiere di più o meno lagnosi emuli della versione ballata del canadese più... Continua
The mountain goats – Tallahassee
L’unità è stata rapidamente riguadagnata: quando all’ordine del giorno viene messo qualcosa che ricada sotto il grande ombrello riformista dell’alt-rock (definito da alcuni disfattisti “me pajono tutti Neil Young”), ogni fronda cade dall’albero. Uno ha letto da qualche parte che... Continua
The dining rooms – Tre
“Uffa”. “Amo detto basta”. “Maddechè?”. “Bah”. Severe componenti veterorockettare hanno contestato la proposta di frange più avanguardiste di ascoltare con attenzione il disco di un duo milanese di difficile definizione. “Difficile una mazza, è ancora quella roba elettronica lounge, comesichiama”,... Continua
Minus 5 – Down with Wilco
A via delle Botteghe Oscure, il dibattito sugli avvenimenti e sul quadro generale delle uscite discografiche è tutt’ora molto acceso. Tutto viene vagliato, elaborato, commentato, spesso con la partecipazione di aderenti e simpatizzanti. Ci sono momenti, in cui la discheria... Continua
Stasera uscirei, ma non ho uno straccio da mettermi
La musica, è difficile spiegarla, e non lo scrivo per chiedere indulgenza laddove in queste pagine vi sia accaduto di non capire di cosa accidenti si parlasse. Voglio dire che la musica è difficile spiegarla, e quindi non mi avventurerò... Continua
Maximilian Hecker – Rose
Se tu sei tedesco, ventiquattrenne, e fai un cd di pianoforte, elettronica e falsetti, con canzoni che si intitolano “Kate Moss” e “My love for you is insane”, tutto molto anni Ottanta nei suoni e nelle parole, struggente e sdolcinato... Continua
Vero – Preghiere
Leggo: “Fabio Barovero è nato a Torino nel 1966 e attualmente vive in Val di Susa”. Leggo: “Durante una settimana, i microfoni posizionati sopra il pianoforte di casa a qualsiasi ora del giorno e della notte, hanno permesso di farmi... Continua
Bonnie Prince Billy – Master and everyone
Fuori nevica. Dentro è una stanza vuota, le pareti di legno, grandi finestre. Lui suona la chitarra, la pizzica, seduto su una sedia, e canta. Ma piano, più che cantare borbotta, sussurra, si sente la sedia che scricchiola e la... Continua
Howe Gelb – The Listener
Avete presente Lou Reed? Bene. Avete presente Spike, il fratello di Snoopy? Quello che vive nel deserto in mezzo ai cactus, solo e malinconico, e racconta dei diversivi con cui passano il tempo, lui e i cactus? Bene. Adesso, immaginate... Continua
“Non è che perché ho la pelle scura pensate che abbia qualche autorità in fatto di Islam?”
Il secondo libro. Il secondo libro, se il primo è stato un caso letterario, è sempre un problema (se il primo è stato ignorato, anche, ma è un problema diverso). Zadie Smith ha scritto il secondo libro, “L’uomo autografo”, che esce... Continua