Morgan matto da legare

“Svincolarsi dalle convinzioni, dalle pose, dalle posizioni”: provo a prendere Morgan in parola. Provo a sottrarmi a un’impressione di antipatia e spocchia, a un pregiudizio sulle sue capacità derivato dalla lettura di qualche intervista, da qualche volta che l’ho visto in... Continua

L’arte del nastrone

In giro c’è un grande rimpianto per quelli che qualcuno su internet ha chiamato “i nastroni”. Ognuno le chiamava come capitava, le cassette-compilation autocompilate, spesso a fini di corteggiamento, oppure solo per uso personale, che si facevano soprattutto da ragazzi,... Continua

Lisa Germano – Lullaby for liquid pig

Chissà com’era Lisa Germano quando aveva tredici giorni. Com’era il suo papà. Se immaginava che da quelli strilletti la bambina avrebbe tirato fuori questa voce sussurrata, che viene da chissà dove. Chissà se le filastrocche che le cantava lui somigliano... Continua

Richard Hawley – Lowedges

Come lo vorreste, vostro papà, se foste una bambina di 13 giorni? Non lo vorreste grande, protettivo, con una voce profonda e dolce? Non vorreste che vi cantasse “Oh my child, it’s been a while”, quando torna a casa, la... Continua

Simply Red – Home

Certo, a voi i Simply Red ricordano una certa stucchevolezza sintetica degli anni Ottanta, volatili e spensierate canzonette che a insistere oggi paiono datate, e poi lui abitava pure a Milano, per colmo di sfacciataggine, e le modelle, e le... Continua

Il signor Lehmann

“Brunch, già la parola fa schifo, solo a rifletterci un po’ su, pensò, cosa diavolo significa, brunch, brunch, forse se l’è inventata un inglese con il singhiozzo,. Ma ancora più piccolo borghese e più tremendo della parola brunch è il fanatico... Continua

Il senno di noi

Che ci siano persone disposte a tagliarsi una mano per dimostrare di avere avuto ragione, che “l’avevo detto” e “chiedete scusa” abbondino sulle bocche, eccetera, si sa. C’è chi è arrivato a sperare che vincesse Saddam, pur di averla vinta. Non... Continua

The mountain goats – Tallahassee

L’unità è stata rapidamente riguadagnata: quando all’ordine del giorno viene messo qualcosa che ricada sotto il grande ombrello riformista dell’alt-rock (definito da alcuni disfattisti “me pajono tutti Neil Young”), ogni fronda cade dall’albero. Uno ha letto da qualche parte che... Continua

The dining rooms – Tre

“Uffa”. “Amo detto basta”. “Maddechè?”. “Bah”. Severe componenti veterorockettare hanno contestato la proposta di frange più avanguardiste di ascoltare con attenzione il disco di un duo milanese di difficile definizione. “Difficile una mazza, è ancora quella roba elettronica lounge, comesichiama”,... Continua

Minus 5 – Down with Wilco

A via delle Botteghe Oscure, il dibattito sugli avvenimenti e sul quadro generale delle uscite discografiche è tutt’ora molto acceso. Tutto viene vagliato, elaborato, commentato, spesso con la partecipazione di aderenti e simpatizzanti. Ci sono momenti, in cui la discheria... Continua

Maximilian Hecker – Rose

Se tu sei tedesco, ventiquattrenne, e fai un cd di pianoforte, elettronica e falsetti, con canzoni che si intitolano “Kate Moss” e “My love for you is insane”, tutto molto anni Ottanta nei suoni e nelle parole, struggente e sdolcinato... Continua

Vero – Preghiere

Leggo: “Fabio Barovero è nato a Torino nel 1966 e attualmente vive in Val di Susa”. Leggo: “Durante una settimana, i microfoni posizionati sopra il pianoforte di casa a qualsiasi ora del giorno e della notte, hanno permesso di farmi... Continua

Howe Gelb – The Listener

Avete presente Lou Reed? Bene. Avete presente Spike, il fratello di Snoopy? Quello che vive nel deserto in mezzo ai cactus, solo e malinconico, e racconta dei diversivi con cui passano il tempo, lui e i cactus? Bene. Adesso, immaginate... Continua