E questo che disco è? Va a capire. Mi sono sempre chiesto che accidenti significasse esattamente l’espressione “vaudeville”, ma sento che può avere a che fare con questo. E poi, complice la copertina, mi ricorda “Mulholland drive”. Lui si chiama... Continua
Cartastampata
David Byrne – Grown Backwards
I critici si sono accaniti contro il tentativo di questo brav’uomo (uno scozzese di cinquantadue anni che si inventò i Talking Heads, per i bignamisti) di canticchiare un paio d’arie di Bizet e Verdi. Di quest’ultimo, si tratta di “un... Continua
Divine Comedy – Absent friends
I Divine Comedy sono una di quelle band che stanno tutte nella testa di un uomo, e qull’uomo in questo caso si chiama Neil Hannon. Di loro si può dire una cosa inaudita di questi tempi, e cioè che non... Continua
La televisione di strada
Sono stato ospite al programma di Chiambretti, qualche giorno fa. L’impegno è stato piuttosto leggero: sono uscito di casa, ho preso la bicicletta e sono andato qui dietro in piazza Cordusio, dove si trova lo studio en plein air della... Continua
I bambini davanti alla tv
Alla quarta puntata, la meraviglia per lo show di Fiorello, passa. È come le giornate di sole a Milano. Alla prima, sei tutto contento, e ti rallegri della fortuna. Alla quarta, cominci a trovarlo normale, e ti dici: è così... Continua
Noi che abbiamo visto i Genesis
Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, che abbiamo noi che abbiamo visto i Genesis. Che abbiamo vissuto i Genesis. A quasi nessuno piacevano i Genesis. Il mondo si divide tra coloro che li hanno semplicemente ignorati... Continua
Un giorno alle corse
“Oooooh!”, fanno tutti. “Oooooh!”, fanno quelli eleganti sulle tribunette. “Oooooh!”, fanno gli scommettitori pigiati contro le staccionate. “Oooooh!”, fa il pubblico dei posti economici sulle gradinate in fondo alla pista. “Oooooh!”, fanno quelli fuori, negli spazi dietro le tribune, davanti... Continua
Roba da ragazzini
Ma lo spot della Nike non è la fine del mondo? Quello con i giocatori di Brasile e Portogallo che cominciano ad affrontarsi negli spogliatoi come dei bambini e sciorinano un’antologia di capolavori del palleggio e del dribbling, fino a... Continua
Le rivoluzioni passano
Tra splendori e miserie, il Grande Fratello e la tarda opera di Oriana Fallaci hanno avuto simili sorti. Entrambi sono stati rivoluzionari dal punto di vista dell’innovazione del linguaggio, della promozione di se stessi, della diffusione nel tessuto sociale, del... Continua
Suicide is painless
Ci sono quelle canzoni che vi pare che le amiate e le conosciate solo voi. Naturalmente è una fesseria. È che non siete stati attenti. Io vado matto – matto matto – per una canzone di cui a lungo ho... Continua
Keren Ann – Not going anywhere
La canzone omonima, dicevano quelli che facevano le hit-parade. O la-canzone-che-dà-il-titolo-al-disco. Parla di un semaforo, o di una ragazza. Dice che le cose passano, cambiano, succedono, vanno e vengono, “ma io non vado da nessuna parte”. Del semaforo si sa... Continua
Coco Rosie – La maison de mon r
Dura poco più di un minuto, e non è la sola bella canzone del disco, forse non è nemmeno la più bella, è troppo breve. Parla di cavarsela da soli, o di mandare a quel paese chi ti sfrutta, o... Continua
The Mountain Goats – We shall all be healed
“Sono venuto a trovarti qui, in terapia intensiva. Ti avevano legato al letto. C’erano tubicini che entravano e uscivano. E bende bianche intorno alla tua testa”. Siete di quelli che la-musica-deve-mettermi-buonumore? Lasciate perdere. Ma se ce la fate, l’istante in... Continua
Amy Winehouse – Frank
“Pumps”, per gli inglesi sono i decolleté, le scarpe. Delle cui versioni le inglesi spesso abusano, come si sa. “Fuck me pumps” si potrebbe tradurre come “scarpe da scopata”, con rispetto parlando, ed è un’espressione usata per indicare un abbigliamento... Continua
No! Kim no!
“Procurami una sega”. Ogni grande opera letteraria ha le sue battute immortali. Le ascolti, e capisci che non le scorderai mai più. L’anno scorso mi è successo due volte. La prima, quando Pappalardo estrasse dal cappello una delle frasi più... Continua
Cosa resterà
E quindi gli anni Ottanta non sarebbero quella cuccagna di volatili eccitazioni – i Duran Duran, Deejay Television, il mondiale spagnolo, Mork e Mindy, gli A-ha e Kid Creole, Rambo e John Belushi – che poi avrebbero costituito le solide... Continua
La tivù da leggere
L’ho capito guardando la CNN. Quando zompando di canale in canale arrivo sulla CNN, ho un riflesso condizionato e abbasso lo sguardo di un paio di gradi, verso la base del teleschermo (ma si dice ancora teleschermo, o è una... Continua
La tivù e l’educazione sentimentale
Non vi paia un racconto da maschi, questo: esso cela sensibili lezioni anche per le madri e le fidanzate in ascolto. Quando ero bambino io, la televisione offriva assai poche occasioni di approfondimento erotico. Il breve carnevale offerto dalla deregulation... Continua
Mediocre a chi?
In un articolo del Wall Street Journal sui weblogs nell’informazione politica, si faceva questa premessa: “i weblogs non fanno eccezione alla regola che dice che il 90% di qualsiasi cosa è mediocre”. È un modo realistico e crudo di vedere... Continua
The times they are a-hem…
L’abolizione della schiavitù. Il voto alle donne. I pari diritti per la minoranza nera americana. Sono gli ultimi tarli dell’uguaglianza che le democrazie hanno dovuto superare, per eliminare dai loro codici le leggi – le leggi, non le consuetudini, non... Continua