A parte che finora in questa rubrica era comparso un solo disco italiano (e uno greco, e uno portoghese, e uno francese, e uno tedesco, e uno portoghese, e uno islandese), e questo dovrebbe bastare a dare il segno di... Continua
Donna
Duncan Sheik – Daylight
Qui si pratichi un esperimento: si prenda un lettore della presente rubrica e gli si consigli il nuovo disco di Duncan Sheik dopo aver verificato che non abbia mai ascoltato il suo meraviglioso cd di tre anni fa, Phantom Moon,... Continua
Twilight Singers – Blackberry Belle
Questo è un disco lugubre e malinconico, ma con del ritmo. Un po’ l’invenzione che aveva fatto la fortuna dei Portishead, con la differenza che i Portishead ci sono già stati e i Massive Attack pure. Ma la scelta –... Continua
The wishing well
Jimmy Durante quella mattina si alzò, si fece un bel bagno, e dopo la braba rimase a guardarsi allo specchio: si scrutò per un po’ quell’accidente di naso e gli disse “È te che riconoscono, patata, non quest’uomo che ha... Continua
Mojave 3 – Spoon and rafter
In realtà c’erano altri due cd di cui avrei dovuto scrivere, per avere il meglio in circolazione: quello di Damien Rice e quello di Elvis Costello. Solo che il primo l’ho già recensito il mese scorso, e vabbè che è... Continua
Randy Newman – The Randy Newman songbook vol. 1
Quest’uomo è grandissimo. Punto. I casi sono due: o già lo sapevate, oppure no. Se già lo sapevate, è inutile che stiamo qui a peder tempo. Se invece no, dovrei scrivervene un quattro cartelle almeno (cosa che peraltro ho già... Continua
Josh Rouse – 1972
Josh Rouse è nato nel Nebraska, nel 1972, e ha inciso questo disco a Nashville, Tennessee. Lo ha fatto a forma di quell’anno là, con una grafica tipo Austin Powers e delle canzoni hippy da sentire nella due cavalli, andando... Continua
Rufus Wainwright – Want one
Apprezzato cantautore pop, figlio d’arte, gay e americano, dà alle stampe disco con copertina kitsch che neanche i Roxy Music (e apre il disco, restando nel kitsch, con una citazione del Bolero di Ravel), e di cui si potrebbe dire... Continua
Sing, sing, sing
Cantare sotto la doccia, per esempio, è più difficile di quanto si pensi. Intanto cantare – come spiegato dai Travis in “Sing”* – è già un’espressione di passione e scatenamento delle emozioni, e ancora di più quando uno è solo... Continua
No guru, no method, no teacher
Ho cominciato a leggere tutto quello che trovavo su Krishnamurti quattro anni fa. Prima non avevo un’idea di chi fosse, e se avevo sentito il suo nome lo avevo associato a qualche divinità indiana, o a qualcosa di lugubre, o... Continua
Joe Henry – Tiny Voices
“ha pubblicato un sacco di dischi, ma prima faceva country-rock” “poi si è stufato e ha cominciato a sperimentare: ha coinvolto un sacco di musicisti jazz e ora fa canzoni strane, notturna, molto jazzate” “ha sposato la sorella di madonna”... Continua
Damien Rice – O
Manuale di conversazione su Damien Rice: “lui è irlandese, della contea di Kildare” “sai che quattro anni fa, ha girato per l’Europa suonando per strada? Per un po’ è stato anche in Toscana” “che titolo strano per un disco, no?... Continua
Seal – IV
Manuale di conversazione su Seal: “lui è inglese, si chiama Samuel Sealhenry, ma i suoi svengono dalla Nigeria e dal Brasile: per quello è nero” “ed è laureato in architettura” “la cicatrice in faccia gliel’ha lasciata il lupus, una malattia... Continua
Elbow – A cast of thousands
Manuale di conversazione sugli Elbow: “sono cinque, dei dintorni di Manchester” “a momenti sembrano i Radiohead; a momenti Peter Gabriel” “questo è il loro secondo cd” “in una canzone hanno messo anche il pubblico del festival di Glastonbury che canta”... Continua
La canzone che ha fatto innamorare gli sposi
C’è questa canzone. Ha quasi settant’anni. Allora la cantava Fred Astaire a Ginger Rogers in un film che si chiamava Follie d’inverno. Ma questo l’ho scoperto dopo. Il fatto è che a certe canzoni assegniamo storie e sensazioni che magari... Continua
Gillian Welch – Soul Journey
Oppure, Gillian Welch. Sapete la storia della colonna sonora country-cajun di “Fratello dove sei?”, che senza nessuna promozione vendette uno sproposito in America, unico disco di qualità nei primi dieci venduti l’anno scorso? Quelle storie che fanno sperare in un... Continua
Ocean Colour Scene – North atlantic drift
Com’è bello quando esce un disco nuovo di qualcuno che sapete voi. Non i piezz’e novanta, quelli che vanno sulle copertine e che pare che il mondo debba essere rivoltato come un guanto perché loro hanno fatto un disco. Il... Continua
Mogwai – Happy songs for happy people
Oppure, i Mogwai. Uno che si chiama John Parish, e che di queste cose se ne intende perché fa e produce musica da un bel po’, spiegò una volta che quello che sulle riviste viene chiamato post-rock è nato quando... Continua
Super Furry Animals – Phantom power
Siccome poi dite che scrivo sempre le stesse cose, non vi farò l’esempio degli Steely Dan, che hanno fatto un disco molto bello che suona come tutti i vecchi dischi degli Steely Dan. Ai Super Furry Animals non ero affezionato,... Continua
Posso stringerti le mani?
Dice: tu parli molto delle parole e poco della musica. A parte che le parole sono importanti, come dice quello. Ma della musica non si può scrivere, non si può parlare. Cioè, si può, sapendo che è uno sforzo perdente,... Continua